Ha propiziato il divieto Bce alle banche di
distribuire dividendi, perché voleva incamerare le cedole promesse. Ora dice
che nel 2021 le cose, forse, cambieranno, che il suo piano di redditività resta
in vigore, che Unicredt crescerà, ma il mercato giustamente non ci crede. Gli azionisti e anche, benché non abbiano titolo, i clienti.
Chi è e cosa vuole Mustier? Ha varato un piano industriale Team 23 focalizzato sulla clientela e sui servizi alla clientela di cui non si vede nessun beneficio. Ha ridotto il personale di 5 mila unità, ma il riassetto e le innovazioni non si vedono nelle filiali, nel trattamento del pubblico. Ha ceduto Fineco per fare cassa, ma non ha un servizio di gestione patrimoniale di una qualche competenza. Nelle acquisizioni del Centro-Sud restano intatti i limiti, di comunicazione, di capacità gestionale, delle vecchia banche incorporate al tempo di Profumo. Parla - ha fatto parlare - di iniziative in Germania, ma non si sa se da acquirente o venditore.
Il titolo si è dimezzato di valore nel mezzo del lockdown, con una quotazione di mercato di poco superiore ai 13 miliardi di aumento di capitale di tre anni fa. E fra tutti i titoli bancari è quello che arranca di più nella ripresa delle quotazioni.
E la domanda ritorna: perché? Perché Mustier? Che non aveva esperienza se non di livelli inferiori del gruppo? Per fare che, consolidare? Ma con una capitalizzazione di poco superiore alla ricapitalizzazione monstre di appena tre anni fa.
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