Damnatio memoriae – Ha sempre colpito i potenti alla morte, o quando vanno in disgrazia: i monumento e le opere che li hanno glorificati vengono rimossi o dismessi o distrutti. Anche in effigie: si abbattono monumenti, si cambiano i nomi di strade e piazze. Per reazioni istintive, di massa, oppure per disegno politico - si riscrive la storia.
Il più grande esempio è il più distruttivo: papa Gregorio Magno fece di Roma una discarica decretando l’abbattimento di tutti i monumenti pagani. A Roma si arriverà ad esumare anche cadaveri di papi per buttarli al Tevere. Le rivoluzioni si segnalano per l’abbattimento di statue e dipinti, qualcuna anche di specchi e lanterne – di ogni possibilità d’immagine. Si sono abbattuti i monumenti di Mussolini, le statue di Stalin, Nkrumah, Ceausescu, che le amavano. Il presidente Mao avrebbe ordinato per un periodo alle Guardie Fosse la distruzione dei monumenti, per ricavarne materiali da costruzione.
Ma non c’è memoria buona? Del milite ignoto, per esempio. Di Gandhi, o Lincoln, o Churchill. E Garibaldi. O lo stesso Colombo. E i santi? Budda per esempio – ogni immagine essendo proibita per certo islam, i talebani ne hanno potuto distruggere le immagini giganti a rilievo sulla montagna a Bamiyan.
La damnatio memoriae è parte della storia? Si spiega così che la distruzione dei Budda di Bamiyan è avvenuta senza riprovazione del mondo asiatico, variamente buddista.
Femminismo – È anticipato dal dogma
dell’Assunzione di Maria Vergine, 1950 – “La Vergine Maria, completato il corso
della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”. È
tesi scandalosa di Jung in “Risposta a Giobbe” – dove prende a partito il Dio
cattivo della Bibbia. Leggendo l’Assunzione come estensione del dogma della
Trinità a Quaternità, a un modo di essere della divinità aperto anche alla
dimensione femminile. Jung apprezzava l’Assunzione come riconoscimento femminista
in quanto il metodo papale era quello giusto: “Il
metodo che il Papa adopera per dimostrare la verità del dogma ha senso per la
mente psicologica”.
L’Assunzione
Jung dice “una reazione nel senso della speranza”, che alimenta l’inconscio collettivo,
e una risposta al dolore umano, al senso dell’abbandono. Il dogma Jung trova
possedere ha un carattere simbolico-psicologico forte , e dice “il più importante evento religioso dai
tempi della Riforma. Si tratta di una pietra dello scandalo” solo “per una
mente priva di sensibilità psicologica”. La proclamazione del dogma
risponde a movimenti millenari di
attesa e preghiera, che solo avevano un bisogno di decodificazione: “Il metodo
dell’argomentazione papale è però del tutto chiaro e lampante per una mente
dotata di sensibilità psicologica, in quanto si appoggia in primo luogo alle
indispensabili prefigurazioni e in secondo luogo su di una tradizione di
testimonianze più che millenaria. Il materiale di prova che dimostra l’esistenza
dei fenomeni psichici è perciò più che sufficiente. La circostanza che si
tratti dell’affermazione di un fatto fisicamente impossibile non cambia
assolutamente nulla, in quanto tutte le affermazioni religiose sono altrettante
impossibilità fisiche. Se non lo fossero, dovrebbero venir trattate nell’ambito
delle scienze naturali. Esse si riferiscono però tutte alla realtà dell’anima e
non a quella del mondo fisico”.
Jung arriva a difendere il dogma anche
contro le perplessità manifestate in ambito cattolico.
Una seconda considerazione di Jung allarga la
questione a un interesse suo personale per l’esoterismo, che Alain Corbin
metterà in rilievo: “Per la nostra epoca è psicologicamente significativo che
nell’anno 1950 la fidanzata celeste sia stata unita al suo fidanzato. Per l’interpretazione
di questo avvenimento non vengono presi in considerazione, naturalmente,
soltanto gli argomenti ai quali si riferisce la Bolla papale, ma anche la
prefigurazione nelle nozze apocalittiche dell’Agnello e nell’anamnesi
anticotestamentaria della Sophía. L’unione nuziale del talamo
rappresenta lo hierósgamos e questo a sua volta rappresenta
il prologo all’incarnazione, cioè alla nascita di quel salvatore, considerato,
sin dall’antichità come il filius solis et lunae, come il filius
sapientiae e come la corrispondenza di Cristo”.
Corbin, che la teologia dell’Assunzione vuole
rivoluzionaria, eversiva, sulla base della junghiana “Risposta a Giobbe”, in “Il circolo di Eranos
a Ascona” riporta Jung ai suoi “Studi sull’alchimia” e “Psicologia e alchimia”.
Per dire che
“Risposta a Giobbe” “delinea una straordinaria fenomenologia
della religione sofianica”. La fenomenologia di Jung è quella dell’anima,
argomenta Corbin, e trova uno straordinario
compimento nel dogma dell’Assunzione di Maria: “Dalla domanda di Giobbe,
rimasta senza risposta, all’annuncio del regno della Sophia eterna, che magnifica con un senso teologicamente imprevisto
la recente proclamazione papale del dogma dell’Assunzione della Vergine Maria,
è stata innalzata una fenomenologia senza precedenti”. Nella scia di
Kierkegaard, “il Giobbe cristiano”, “che attirava giovani filosofi
all’avventura della soggettività come verità”.
Il “circolo di Eranos a Ascona” Corbin
si pregia di avere frequentato per la presenza fisica o aleggiante di Jung. E
“col p. Sergej Bulgakov, araldo della Sophia e del pensiero sofianico”, di Berdjaev, di Florenskij.
Lavoro – Disprezzato dalla Bibbia, è lodato da
Esiodo - “Le opere i giorni” sono una defensio
del lavoro. Ma già da Omero, con chiarezza anche se una volta sola, nell’“Iliade”:
“L’arte – e non la forza – fa il buon boscaiolo; con l’arte il pilota, sul mare
colore del vino, guida la nave veloce, battuta dai venti; con l’arte l’auriga
vince l’auriga”.
Dicono “arte”
varie traduzioni. In Omero è métis,
che è divinità potente, figlia di Oceano e di Teti, e impersona saggezza,
ragione e intelligenza – Kerényi ne fa l’intelligenza pratica.
Mercato
–
Per orni 100 euro di spesa alimentare - calcola un studio The European House-
Ambrosetti sulla “filiera agroalimentare estesa”, dall’agricoltura alla ristorazione
- solo 5,1 euro vanno alla filiera
agroalimentare. Il grosso va ai servizi accessori: 32,8 euro alla logistica e
al packaging, 31,6 al personale, 19,9 al fisco, 8,3 ai fornitori di macchinari
e immobili, 1,2 alle banche, 1,1 alle importazioni nette. La distribuzione si
prende anche la parte maggiore del poco che in teoria va alla produzione: dei
5,1 euro il 43,1 per cento va all’industria di trasformazione, il 19,6 all’intermediazione, il 17,7 all’agricoltura,
l’11,8 alla distribuzione, il 7,8 alla ristorazione.
La filiera agroalimentare estesa è il primo
settore per importanza di un’economia progredita quale quella italiana, con un
fatturato di 538 miliardi, pari alla somma del pil di Danimarca e Norvegia.
Il mercato confina la produzione, sia
pure di generi di prima necessità, in posizione e ambito subordinato e
ristretto: la produzione è la parte minima del mercato. Che sempre meno è un
mercato di produzione e sempre più è “La favola delle api” di Mandeville:
l’economia è del superfluo – l’economia di mercato.
Viaggio – Dilata il tempo. Il pastore forbito dello scrittore Consolo in “Retablo”, 108, trova “l’essenza della vita dentro nel viaggio, per cui viaggio si fa dentro viaggio, ignoto nell’ignoto”. Così il pastore statico si accorge di capire “coloro che viaggiano: capisco gli eterni erranti, i nomadi, i gitani: vivono ancor di più dei sedentari, dilatano il tempo, ingannano la morte”.
zeulig@antiit.eu
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