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Sotto Lady Chatterley la misoginia
Un ultimo sprazzo della vecchia
Inghilterra, in chiave sempre “Lady Chatterley”, marchio di fabbrica di
D.H.Lawrence. Una vecchia canonica, a Papplewick, come dire a Sgurgola
Marsicana, un pastore abbandonato dalla moglie, la Madre tirannica, “Mater”, la
sorella arcigna, e due figlie educate nel continente, che ai vent’anni non sanno
che fare. Finché lei, la più piccola, non incontra lui, lo zingaro calderaro -
nel film che ne è stato tratto è Franco Nero.
Meglio una vita da zingaro che
nella canonica di un piccolo paese: il tema è romantico. Ed è il fondo di D.H.Lawrence,
trasparente in questo che è il suo ultimo romanzo, 1926, pubblicato postumo.
Non una grande storia, se non per mettere in chiaro l’autore: il suo fondo
misogino, accanto a quello sociale – il migliore, oltre che maschio, è povero.
E per il razzismo diffuso un secolo fa: la vicina giovanile, che divorzia dal
marito e convive con l’innamorato prima del divorzio, contro la quale il
bonario vicario-padre ritiene necessario uscire dall’iperuranio e proibire ogni
contatto, la svergognata, è “l’Ebrea”.
D.H.Lawrence, La vergine e lo zingaro
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