Spazzatura sprezzatura
“Tutta la vita l’uomo si batte con il nulla,
fino a innamorarsene perdutamente”. Perdutamente seve essere sfuggito alla
penna, controllata – come il pensiero, delle cose da raccontare – ma il resto è
la trama dei quattro racconti: un amore incerto, l’attesa della morte, la
poesia introvabile, l’amore introvabile - di Tristano poi. Temi che l’autrice
sintetizza in nota in avvio come “un’educazione alla cura o, se volete, alla paternità,
“un’educazione ala morte”, “una alla solitudine”, e “un’educazione
sentimentale” - per spiazzare di più?
Racconti “aperti”. Sul presupposto, ripetuto,
che “la ricerca della forma è spazzatura”. Che confina con sprezzatura, mentre
dovrebbe esserne l’opposto. Una condanna reiterata, all’inizio e alla fine,
nella specie dell’ermeneutica: “L’interpretazione è il diavolo”, p. V, e
“l’interpretazione è l’inferno”, p. 122, “l’interpretazione è la forma più
insidiosa d’ingiustizia”, 124.
Con qualche invenzione significante – “chiusa”.
Il bosco neonato – la ragazza-natura figlia un bosco. “L’insolenza verso la
bellezza degli italiani”, forse perché ne sono attorniati, che di tutto fanno
pattumiera. E all’ultima o penultima pagina una sorta di invio profetico,
considerando che i racconti furono pubblicati nel 1987: “Sono stati i servi a
prendere il potere, né gli operai, né gli schiavi, né i negri, né gli studenti,
né i meridionali, né i proletari… il potere politico è stato preso dai servi i
quali, dopotutto, erano sul posto… È Arlecchino a governare”.
Quattro racconti del 1987, ripresi una
quindicina d’anni fa, con aggiustamenti. Racconti arcangelici, dell’inventrice
del “Pesanervi”, la collana anni 1970 di narrativa fantastica. In geometrie non
euclidee, aperte, informali (“la ricerca della forma…”). Di scrittura aerea,
come del vetro soffiato, e anzi incorporea, di persone e eventi disincarnati,
compreso l’innamoramento, compresa la morte. “L’immaginazione è una tremenda
bestia”, è avvertimento onesto. E: “L’immaginazione è il male dell’uomo. Le
parole non ingannano mai, l’immaginazione, sempre”.
Di sensi (significati) profondi,
probabilmente. Ma impalpabili,
inafferrabili. Un altro modo di rapportarsi col reale, di raccontarsi.
Scriverne è arduo – “l’interpretazione è il diavolo”….
Ginevra Bompiani, L’incantato, et. al. edizioni,
remainders, pp. 137 € 6,50
Nessun commento:
Posta un commento