Il decreto agosto prolunga
fino a gennaio la moratoria sui debiti bancari. Con un impatto sul sistema
creditizio molto più vasto che in qualunque altro Paese europeo. È una buona
ricetta? Non per il sistema bancario, e questo si sa – si sapeva dall’analogo
errore compiuto dopo la crisi del 2008.
Quella italiana è la moratoria
più elevata, oltre che più lunga, del credito bancario in Europa. Oltre quattro
volte quella decisa in Spagna: mentre gli accantonamenti bancari in vista di
eventuali perdite sono analoghi nei due paesi, attorno ai 3 miliardi nel secondo
trimestre, i crediti congelati sono quattro volte tanto – quelli del precedente
decreto, fino a tutto luglio, ammontavano a 260 miliardi (per circa due terzi,
169 miliardi, di piccole e medie imprese).
Le banche sembrano
attrezzate a far fronte al momento della verità, quando la moratoria verrà a
cessare. Ma il prolungamento della moratoria, e dunque del momento della verità,
non è bene augurante, a giudicare dal post-2008. Prolungandosi la moratoria, s’ingrossa
il nodo crediti deteriorati, che emerge tutto insieme invece che progressivamente,
man mano con la ripresa dell’attività economica dopo il lockdown.
La Tari è raddoppiata – come minimo - dal 2007. Per il
business della raccolta differenziata.
Si spera a qualche fine. La raccolta differenziata, dovendo ogni sua parte,
carta, vetro, umido, plastiche, produrre nuovi beni, dovrebbe costare di meno e
non di più
È interminabile la fissa della Bce sul Monte dei Paschi. A
ogni mossa dell’istituto senese per tornare in bonis impone condizione gravose
e anche letali. Ora un altro, un quinto?, aumento di capitale – come
se qualcuno fosse disposto a pagarlo. Mps era così corroso, o già fallito?
Perché allora autorizzarne il rilancio a spese dei risparmiatori?
Gli aumenti di capitale farlocchi di Mps:
2011 per 2,15 miliardi
2014 per 5 miliardi
2015 per 3 miliardi
2016 per 5 miliardi (fallito).
Nessun commento:
Posta un commento