Ci vuole musica al Sud
Sulla traccia della “Malingredi”,
i racconti di Africo di Gioacchino Criaco, il cantautore bovalinese ha imbastito
un intrattenimento impegnato e gradevole – il primo che si è potuto tenere a celebrazione
del ventennale della Scuola di Musica di Delianuova, per i problemi del
coronavirus. Tra elegiaco, “L’albero di more” più direttamente ispirato dalla
“Malingredi”, lo stesso “Aspromonte”, un’ode alla montagna gentile sui toni del
rimpianto (“L’Aspromonte non ha parole,\ vede i figli andare altrove,\ ognuno
che parte colpisce\ ognuno che parte tradisce…”), , e divertito - la
“rivoluzione di Africo”, fermare il treno degli studenti a fine giornata
scolastica tirando l’allarme, la fermata non essendo prevista, per sette anni.
Con uno spruzzo di grecanico, l’inno “Ilio”, sole, la minoranza linguistica
ritrovata. E una celebrazione del dialetto, con l’ormai classico inno sardo
all’amore, “No potho reposare” – Sofia è all’origine del classico dei
QuartAumentata, “Dai diamanti non nasce niente”, dieci canzoni di De André
tradotti nel dialetto della locride.
Un concerto semplice. Sofia,
animatore a lungo dei QuartAumentata, si esibisce in solitario, con
accompagnamento discreto e sapiente di chitarra o bouzouki, che lascia campo
libero ai suoni, senza altri effetti. Valorizzando il senso sociale della sua
attività.
La Scuola di Musica di
Delianuova, e la connessa Orchestra giovanile di Fiati, tra le prime se non la
prima del suo genere, una scuola di musica in paese, vanta ormai un’esperienza nazionale,
avendo entusiasmato il maestro Muti, che l’orchestra da poco costituita ha
voluto nel 2008 a inaugurare il suo festival annuale di Ravenna. Un mondo
periferico, anche scentrato, che si ritrova nel suono, nel canto, sa di utopia,
ma questa, seppure minima, è reale.
Paolo Sofia, Ti racconto una storia, Auditorium Scuola di Musica di Delianuova
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