sabato 29 agosto 2020

Ci vuole musica al Sud

Sulla traccia della “Malingredi”, i racconti di Africo di Gioacchino Criaco, il cantautore bovalinese ha imbastito un intrattenimento impegnato e gradevole – il primo che si è potuto tenere a celebrazione del ventennale della Scuola di Musica di Delianuova, per i problemi del coronavirus. Tra elegiaco, “L’albero di more” più direttamente ispirato dalla “Malingredi”, lo stesso “Aspromonte”, un’ode alla montagna gentile sui toni del rimpianto (“L’Aspromonte non ha parole,\ vede i figli andare altrove,\ ognuno che parte colpisce\ ognuno che parte tradisce…”), , e divertito - la “rivoluzione di Africo”, fermare il treno degli studenti a fine giornata scolastica tirando l’allarme, la fermata non essendo prevista, per sette anni. Con uno spruzzo di grecanico, l’inno “Ilio”, sole, la minoranza linguistica ritrovata. E una celebrazione del dialetto, con l’ormai classico inno sardo all’amore, “No potho reposare” – Sofia è all’origine del classico dei QuartAumentata, “Dai diamanti non nasce niente”, dieci canzoni di De André tradotti nel dialetto della locride. 
Un concerto semplice. Sofia, animatore a lungo dei QuartAumentata, si esibisce in solitario, con accompagnamento discreto e sapiente di chitarra o bouzouki, che lascia campo libero ai suoni, senza altri effetti. Valorizzando il senso sociale della sua attività.
La Scuola di Musica di Delianuova, e la connessa Orchestra giovanile di Fiati, tra le prime se non la prima del suo genere, una scuola di musica in paese, vanta ormai un’esperienza nazionale, avendo entusiasmato il maestro Muti, che l’orchestra da poco costituita ha voluto nel 2008 a inaugurare il suo festival annuale di Ravenna. Un mondo periferico, anche scentrato, che si ritrova nel suono, nel canto, sa di utopia, ma questa, seppure minima, è reale.    
Paolo Sofia,
Ti racconto una storia, Auditorium Scuola di Musica di Delianuova

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