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La Sicilia al rovescio
Un siciliano a cui non piace
“futtiri”. E la lettera anonima, altro topos
siciliano, in un nuovo sceveramento, a sorpresa. Un altro aneddoto “grasso”,
i preferiti di Camilleri, estratto dalla raccolta “Gran Circo Taddei”. E uno
invece delicato, dalla raccolta “La regina di Pomerania”, che resterà, in poche
pagine, un classico della sicula sociologia dell’anonimo.
La tematica è unica e sola, e
siciliana: le corna. La resa è un controcanto beffardo alla sicilitudine, alle
frasi fatte. Il siciliano giovane, bello, ricco, non ne può più: va solo con la
moglie, si è sposato giusto per l’insistenza della madre, e anche le voglie della
moglie, bella donna, lo stomacano. L’anonimo è diverso: verso la fine del 1945 si sparge a
Vigata, con la liberazione, la mania delle lettere anonime - come oggi con i
social: una novità per i vigatesi, che preferivano sparlare a voce invece che
per iscritto, per non lasciare tracce, ma la repubblica sciolse le reticenze e
le riserve e una fiumana di lettere si riversò su ogni destinatario, anonime ma
con effetti, almeno uno, compassionevole.
Andera Camilleri, Il merlo parlante, La Repubblica, pp.
45
La lettera anonima, id, pp. 44, gratuitamente col giornale
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