lunedì 17 agosto 2020

La Sicilia al rovescio

Un siciliano a cui non piace “futtiri”. E la lettera anonima, altro topos siciliano, in un nuovo sceveramento, a sorpresa. Un altro aneddoto “grasso”, i preferiti di Camilleri, estratto dalla raccolta “Gran Circo Taddei”. E uno invece delicato, dalla raccolta “La regina di Pomerania”, che resterà, in poche pagine, un classico della sicula sociologia dell’anonimo.
La tematica è unica e sola, e siciliana: le corna. La resa è un controcanto beffardo alla sicilitudine, alle frasi fatte. Il siciliano giovane, bello, ricco, non ne può più: va solo con la moglie, si è sposato giusto per l’insistenza della madre, e anche le voglie della moglie, bella donna, lo stomacano. L’anonimo è diverso: verso la fine del 1945 si sparge a Vigata, con la liberazione, la mania delle lettere anonime - come oggi con i social: una novità per i vigatesi, che preferivano sparlare a voce invece che per iscritto, per non lasciare tracce, ma la repubblica sciolse le reticenze e le riserve e una fiumana di lettere si riversò su ogni destinatario, anonime ma con effetti, almeno uno, compassionevole.
Andera Camilleri, Il merlo parlante, La Repubblica, pp. 45
La lettera anonima, id, pp. 44, gratuitament
e col giornale

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