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L’Europa è un nuovo fronte, non sempre amico
Una politca estera europea non c’è, è noto. Ma sempre più si manifesta una politica estera dei paesi europei come se nulla fosse successo nell’ultimo secolo: non la guerra della Germania all’Europa, non la Liberazione, non la guerra fredda, non l’Unione Europea stessa.
La Germania opera d’intesa con la Turchia, oggi come nel primo Novecento. La Francia opera per arginare questa intesa. La Germania vuole pesare nella politica interna russa, nel mentre che scardina con l’acquisto in massa del gas russo le sanzioni che ha voluto sette anni fa e vuole, nominalmente, contro la stessa Russia per l’annessione dell’Ucraina. Politiche che impone all’Europa. La Francia cerca di frapporsi, ma con meno chances che nel Mediterraneo.
E l’Italia in tutto questo?
L’Italia diffida della Germania, da cui non ha mai avuto niente. Riemerge talvolta nella diplomazia italiana il vecchio ragionamento di Giolitti al tempo della Grande Guerra, che “parecchio possa ottenersi senza una guerra”, ma questo non è mai avvenuto, in nessuna occasione, con la Germania. Mentre Macron gioca da solo. Ed è venuto a mancare il tradizionale puntello all’Italia in questo lungo dopoguerra, quello di Washington, in tutti i campi, dalla difesa alla finanza pubblica, e all’Eni col petrolio.
L’unica certezza di questa fase è che non ci sono più illusioni sull’Europa. L’Europa costituisce un fronte diplomatico di più – non sempre amico: non rafforza la politica estera ma la complica.
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