martedì 25 agosto 2020

Ombre - 527

I tamponi a Linate e Orio al Serio, molte migliaia ogni giorno, la sanità milanese li ha affidati in convenzione al Gruppo San Donato. Finita la moria, la sanità torna tranquillamente privata in Lombardia, dove ci sono soldi senza investimenti.

Il Gruppo San Donato figura presieduto dall’ex erede di Berlusconi Alfano, ma è di solidi interessi lombardi, attorno alla famiglia Rotelli e banca Intesa. Consigliere d’amministrazione è l’ex ministro leghista Roberto Maroni, nominato dalla famiglia Rotelli appena ha concluso l’esperienza politica alla presidenza della Regione Lombardia, responsabile della sanità.
 
Il presidente del consiglio Conte celebra da solo ad Amatrice i quattro anni del terremoto, che fece alcune centinaia di morti e rase al suolo il paese. Da solo, essendosi gli abitanti sopravvissuti  rifiutati di partecipare, dato che il governo ha fatto praticamente nulla per la ricostruzione. Così il presidente del consiglio ha avuto le immagini tutte per lui: farsi vedere è tutta la politica.
 
A dieci giorni dall’inizio della scuola il governo se ne accorge. “Conte richiama i ministri: la scuola vi riguarda tutti”, tuona dai giornali. Che colpe ha l’Italia per meritarsi i fresconi al governo? Con l’appoggio del Pd, per giunta.
 
Non si sa bene se, ma il malessere che ha colpito Navalny, Grande Oppositore autodichiarato di Putin, è compatibile con un veleno. I medici tedeschi non si sottraggono ma si cautelano – dicono l’una e l’altra cosa, Navalny è stato avvelenato, ma forse no. E questo è tutto.
Ci sarebbero molti argomenti contro Putin e la Russia, ma solo questi, di questo genere, roba da thriller, si fanno valere. Per dare ragione a Putin, che l’Europa è una fanfaronata?

Naturalmente, essendosi Navalny comodo espatriato a Berlino, non manca il monito di Angela Merkel a Putin, naturalmente severo. Tacendo che i due fanno affari “a tinchité”, direbbe Camilleri, a iosa, in abbondanza, contro moniti e fulmini americani.
 
Fa senso trovare in edicola “L’Espresso” più smilzo dello smilzo raccontino di Camilleri che “la Repubblica” regala la domenica. Possibile che in Italia non ci siano grandi temi, grandi discussioni, importanti novità, politiche, sociali, culturali, che un settimanale debba o possa meglio trattare? Come ce ne sono in Germania, in Francia, negli Usa, perfino nella  stessa retriva Inghilterra. Non ce ne sono – Di Maio? Grillo? Conte? Lampedusa? Il covid? L’orizzonte è basso.
 
Molinari a “la Repubblica” e il gossip quotidiano tra Di Maio e Salvini, l’aeropago italico, si riduce da otto a due-tre paginette - e se ne potrebbe fare a meno. Mentre le due paginette, burocratiche, di Esteri diventano sette-otto, e sappiamo infine qualcosa di quanto avviene nel mondo. Ma i lettori del quotidiano – che pare siano soprattutto lettrici - sembrano non gradire, a giudicare dalle prime settimane di vendite. È un mondo afflitto, orfano, vedovo?
 
“La Repubblica” ha scoperto perfino l’Africa. Che è poi il posto da dove vengono tutti quegli immigrati che sbarcano di notte a Lampedusa. Ma neanche questo smuove i lettori del quotidiano, il coté umanitario, del business ong.
 
Segato dai 5 Stelle nelle regioni dove aveva bisogno di un aiutino per vincere fra un mese, il Pd corre generoso in soccorso della 5 Stelle Raggi a Roma. Il Pd di Zingaretti, che è romano. E quindi sa che Raggi è un fallimento totale. Ma Raggi ha speso molto e moltissimo nelle ultime settimane per recuperare, manti stradali, piste ciclabili, appalti, assunzioni (vigili, bidelli, netturbini, autisti Atac): è questo che ha convinto il Pd romano – quello che andò dal notaio per far dimettere il suo sindaco, Marino, che non voleva intrallazzi?

 

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