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Poe, malgrado tutto
Sotto forma aneddotica, saltellando
avanti e indietro, con una grafica frammentata, Poe ne esce a tre dimensioni.
Il primo scrittore professionale in America. Il padre del giallo. Uno dei primi
scrittori di fantascienza. Ottimo poeta. Giornalista brillante e editore indomito. Crittografo perfino, e mezzo scienziato. Cui una famiglia e un’infanzia tristi e difficili renderanno la vita amara e
breve, con un matrimonio incongruo, la moglie aveva tredici anni, e l’alcolismo
di cui presto morirà, a quarant’anni. Che tuttavia mantenne forte il sense of humour, l’inventiva, la voglia
di fare. Scherzoso: come poi Proust, amava i falsi, ma non nei limiti del pastiche, dell’imitazione dello stile di
altro autore, ne compilava di integrali, d’invenzione, e uno fu anche
ristampato come “fatto” dal Congressional Record.
Una vittima delle storie
familiari. Il nonno paterno, patriota dell’indipendenza, poté finanziarla con 40
mila dollari, circa mezzo milione di oggi. Il padre, attore fallito, lascia la moglie
prima della sua nascita. Un anno dopo la madre, attrice, gli partorisce una
sorella, Rosalie, senza dire il padre. Per poi morire appena due anni dopo. Edgar,
di tre anni, viene dato in affidamento a Frances Allan, che assisteva per
compassione la madre e sarà una buona matrigna. Non così il marito John Allan,
ricco commerciante di tabacchi. La coppia curerà l’istruzione di Edgar, anche a
Londra, dove si trasferisce per cinque anni, ma John resta estraneo. Ha preso
Edgar per l’insistenza e l’amore della moglie, e anche perché orfano pure lui cresciuto
in affidamento, e ha dato a Edgar il nome, ma non lo adottato. Edgar firmerà
sempre senza Allan, E.A.Poe, o Edgar A.Poe.
Il giallo sarà stato all’origine
storia di padri? Con E.A.Poe, all’inizio dell’Ottocento, per il padre assente,
con Conan Doyle, a fine secolo, per il padre ingombrante – o i padri sono
ininfluenti, si scrive per caso.
Shelley Costa Bloomfield, The Everything Guide to Edgar Allan Poe,
Adams, pp. 286 € 20
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