giovedì 6 agosto 2020

Poe, malgrado tutto

Sotto forma aneddotica, saltellando avanti e indietro, con una grafica frammentata, Poe ne esce a tre dimensioni. Il primo scrittore professionale in America. Il padre del giallo. Uno dei primi scrittori di fantascienza. Ottimo poeta. Giornalista brillante e editore indomito. Crittografo perfino, e mezzo scienziato. Cui una famiglia e un’infanzia tristi e difficili renderanno la vita amara e breve, con un matrimonio incongruo, la moglie aveva tredici anni, e l’alcolismo di cui presto morirà, a quarant’anni. Che tuttavia mantenne forte il sense of humour, l’inventiva, la voglia di fare. Scherzoso: come poi Proust, amava i falsi, ma non nei limiti del pastiche, dell’imitazione dello stile di altro autore, ne compilava di integrali, d’invenzione, e uno fu anche ristampato come “fatto” dal Congressional Record.
Una vittima delle storie familiari. Il nonno paterno, patriota dell’indipendenza, poté finanziarla con 40 mila dollari, circa mezzo milione di oggi. Il padre, attore fallito, lascia la moglie prima della sua nascita. Un anno dopo la madre, attrice, gli partorisce una sorella, Rosalie, senza dire il padre. Per poi morire appena due anni dopo. Edgar, di tre anni, viene dato in affidamento a Frances Allan, che assisteva per compassione la madre e sarà una buona matrigna. Non così il marito John Allan, ricco commerciante di tabacchi. La coppia curerà l’istruzione di Edgar, anche a Londra, dove si trasferisce per cinque anni, ma John resta estraneo. Ha preso Edgar per l’insistenza e l’amore della moglie, e anche perché orfano pure lui cresciuto in affidamento, e ha dato a Edgar il nome, ma non lo adottato. Edgar firmerà sempre senza Allan, E.A.Poe, o Edgar A.Poe.
Il giallo sarà stato all’origine storia di padri? Con E.A.Poe, all’inizio dell’Ottocento, per il padre assente, con Conan Doyle, a fine secolo, per il padre ingombrante – o i padri sono ininfluenti, si scrive per caso.  
Shelley Costa Bloomfield,
The Everything Guide to Edgar Allan Poe, Adams, pp. 286 € 20


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