skip to main |
skip to sidebar
Ecobusiness - 5
Solo
plastiche negli esercizi pubblici da febbraio, niente vetri, niente ceramiche o
porcellane. Niente di lavabile, solo usa-e-getta. Per proteggere meglio la
salute e l’ambiente?
Il
mare, calmo, è trasparente alla nove di mattina. Alle undici è ancora
trasparente. Finché non arriva la massa dei bagnanti, giovani, famiglie, che
anzitutto si cospargono di creme, poi affrontano il mare, che subito spumeggia:
sono i grassi delle creme. Ecosolubili, ecoprotettive, e per questo non
inquinanti?
La Tari è raddoppiata – come minimo - dal 2007. Ma le
città, Roma per esempio, Milano, sono sporche, più di prima, incomparabilmente.
La
Tari è raddoppiata per il business, principalmente, della raccolta
differenziata. Che invece avrebbe dovuto ridurla, dovendo ogni sua parte -
carta, vetro, umido, plastiche – essere produttiva, se non del tutto
riproduttiva o quasi (carta e vetro).
La
California, all’avanguardia dell’ecobusiness, quella dello sciacquone a doppio
tiraggio, per la pipì e per la cacca, è anche quella dell’anti-zucchero – “I am
not a sugar person” è una professione di fede - lo zucchero considerando,
spiega Michele Masneri, “Steve Jobs non abita più qui”, “una sostanza
moralmente degradante”, “peggio dell’eroina”, responsabile di diabete, obesità,
alzheimner, ipertensione, disfunzioni coronariche, cancro. Tutto giusto? Forse,
non si sa. Ma proprio l’industria degli zuccheri anni fa pagò, dice Masneri,
eminenti specialisti “per occultare gli
effetti del glucosio su cuore e arterie (e pance) , spostando l’attenzione
sugli incolpevoli grassi, espulsi da ogni dieta per cinquant’anni”. C’è una
morale?
La
California che peraltro ogni anno brucia, per incuria e per piromania.
Le
politiche ambientali servono a generare tasse,
e non a ridurre l’inquinamento: è stato l’effetto di tutte le tasse “ambientali”,
giustificate cioè con la protezione dell’ambiente, finora introdotte. Lo spiega Alessandro Marangoni con lo studio “Plastic Tax, novità o arma spuntata”,
pubblicato sula “Staffetta Quotidiana, l’ex “Staffetta Petrolifera”. L’ambiente
si migliora con investimenti nella gestione dei rifiuti : impianti di
trattamento, incentivi all’uso di materiali di riciclo, miglioramento del
riciclo, e magari quote obbligatorie di riutilizzo di materiali riciclati in
alcuni prodotti. L’ecotassa europea, 80 centesimi al kg per la plastica non
riciclabile significherà una bolletta da 400 milioni l’anno a carico degli
italiani, si stima, senza effetti dissuasivi sull’uso di plastica non riciclabile –
la tassa viene semplicemente passata ai consumatori.
L’associazione
francese Opération Mer Propre stima che “in mare ci sono ora più
mascherine che meduse”. Con la
riapertura delle scuole, scrive “Il Sole 24 Ore”, “si
stimano altri 11 milioni al giorno (di mascherine) da buttare”. L’Ispra,
istituto superiore per la protezione e la ricerca mbientale, stima che per
tutto il 2020 “tra 160mila e 440mila tonnellate di dispositivi anti-Covid
saranno da trattare come spazztura indifferenziata”.
L’impegno
del solo governo italiano, di distrbuire ogni giorno nelle scuolle 11 milioni
di amscherine, significherà a fine anno scolastico, contando solo 200 giorni di
lezione, 2,2 miliardi di mascherine usa e getta, non riciclabili.
Nessun commento:
Posta un commento