Letture - 431
letterautore
Corrida
–
È la rappresentazione del “sacrificio”, secondo Leiris (“Età d’uomo”), che se
ne dichiarava appassionato: “Una sorta di dramma mitico, con questo tema: la
Bestia domata, poi uccisa dall’Eroe”. Un
sacrificio, “il” sacrificio: “Una messa a morte, un sacrificio, più valido di non importa quale altro sacrificio propriamente
religioso, perché il sacrificatore vi è costantemente minacciato di morte, e di
un colpo materiale – incassato tra le corna – invece della morte magica, cioè
fittizia, a cui si espone chiunque entra in contatto troppo brusco col
soprannaturale.
Femminismo - Fra
“le cento donne che cambiano il mondo, attiviste, scienziate, economiste, politiche,
artiste, ambientaliste, scrittrici, sportive…”, il settimanale “D” de “la
Repubblica” celebra le musulmane col velo, anche se è imposto dagli uomini. Il
velo è progressive? Il femminismo è sorprendente,
non nuovo - è la vecchia letteratura: maschile? maschilista?.
Italiano – Bach
ne aveva concetto preciso, di “italiano” in musica, spiega András Schiff sul
“Sole 24 Ore” domenica 23, “lui che non
andò mai fuori dalla Germania”, perché “era molto colto, studiava sempre”, e
“dalle musiche che trascriveva nelle biblioteche” costruì il “Concerto
italiano”. Di cui il pianista dice: “Non riesco a immaginare un omaggio più
grande all’Italia del movimento centrale, Andante,
che guarda a Benedetto Marcello e a Vivaldi con una melodia bellissima e
infinita, per la mano destra, mentre la sinistra tiene un ostinato che è un
vero battito del cuore”.
Ancora:
“Lo stesso modello Bach lo userà nelle venticinquesima variazione delle
“Goldberg”, l’Adagio in sol minore,
anch’esso in stile italiano. Così perfettamente identificato, miracoloso, in un
uomo che non aveva mai viaggiato, come facevano tutti, dai grandi pittori
fiamminghi e olandesi fono a Mozart (che è per metà italiano)”.
La sensibilità ai
mutamenti reali, invece che agli epifenomeni, alla politica, alla chiacchiera, da
entomologo, con un occhio “marxiano” alla “struttura” dei fenomeni, ne aiuta
gli equilibri, ne evita gli impegni, gli entusiasmi, sempre in qualche modo
traditori. Ma non da remoto, dall’iperuranio della letteratura, muovendosi
invece al contrario al centro, al nucleo, dei fenomeni - un autore in ogni
evento contemporaneo, partecipe.
Memoria – “Il
Benin di Patrice Talon (il presidente, un uomo d’affari) ha deciso di ribaltare
tutto: i luoghi della tratta degli schiavi e le vestigia del colonialismo non
verranno nascosti sotto il tappeto” – “7”: sono restaurati e restano in mostra.
Il Benin, ex Dahomey, da sempre la Sorbona dell’Africa per l’altro numero di studenti,
anche laureati, già in epoca coloniale, sa di che si tratta. Sono gli
afroamericani che distruggono il passato, cioè americani di pelle nera – “perfino
i nomi delle stelle considerati razzisti vengono azzerati dalla Nasa” (sempre “7”),.
È l’America che vuole continuare a prosperare senza storia – pensa di avere
prosperato perché senza storia, la nota presunzione americana, dei belli perché
poveri, dei sapienti perché ignoranti. E si cancella, ma non si recupera, né la
storia degli africani d’America né quella dei nativi americani.
Opera – “Il
teatro nobile tra tutti, per il concentrato di gravità tragica di ciò che vi si
rappresentava, della solennità del monumento, e dell’apparato col quale ci si
recava” – tale appariva a Michel Leiris da piccolo: una “sorta di iniziazione”.
Tale è in effetti, al fondo, l’opera: tragedia, e commedia.
Racine – “Una
versificazione che presenta una sorta di sofficità di alcova, in cui tutte le
linee si fanno fluide come quelle del corpo in amore” – M.Leiris, “Età d’uomo”
(“Don Giovanni e il Commendatore”).
Wagner – “Ha condizionato
Hollywood, infiltrato ogni fase della storia del cinema, dal muto ai
supereroi”, è argomento di Alex Ross , l’illustratore famoso per i fumetti
della Marvel, sul “New Yorker”. Non è vero, le immagini del cinema hanno altri
riferimenti, tutte, dal muto ai supereroi, ma c’è sempre il bisogno di imporre
Wagner. Che però, se non per altro solo
per questo, è sicuramente influente. Inquietante – “The New Yorker” non manca
giorno in cui non presenta plurime denunce contro Trump: le due cose sono distinte?
Jünger - Rivoluzionario
conservatore per collocazione (frequentazioni, riviste e sedi editoriali,
corrispondenza), non per professione di fede e alla rilettura, e più o meno
volontario nelle due guerre imperialiste tedesche, ma immune da sciovinismi giù
nel corso delle confrontazioni. Rivoluzionario
senz’altro ma di fatto non conservatore. Militare pacifista. Aggressore
perplesso - perplesso durante, non dopo. Mai nazista. Mai nazionalista - al
confronto con Thomas Mann, p.es.. Aperto alle droghe, come sperimentazione di altre percezioni o stati di coscienza - checché questo voglia dire non è certo reazionario. Analista avvertito e anche sottile del contemporaneo: guerra, lavoro, immagini. Entomologo, quindi rispettoso della diversità. Radicato nella libertà - non nella “libertà tedesca” che fu l’equivoco dominante dei suoi anni, tra le due guerre. Immune, una rarità, allo sciovinismo dell’ideologia Volk. Viaggiatore senza paraocchi - p.es. in Italia, immune ai luoghi comuni e le frasi fatte. Naturalmente cosmopolita, caso forse unico in Germania.
Latino – S’intende
sudamericano. “Le star latine dei tormentoni estivi”, titola il “Corriere della
sera” una pagina con la prorompente Anitta, brasiliana. Le altre star sono Ana
Mena, spagnola, la portoricana-cubana Mariahm e il colombiano Feid. Che cantano
i successi italiani. Non si camta più in Italia – Napoli, specialmente, è
scomparsa.
letterautore@antiit.eu
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