giovedì 3 settembre 2020

Letture - 431

letterautore

Corrida – È la rappresentazione del “sacrificio”, secondo Leiris (“Età d’uomo”), che se ne dichiarava appassionato: “Una sorta di dramma mitico, con questo tema: la Bestia domata, poi uccisa dall’Eroe”. Un  sacrificio, “il” sacrificio: “Una messa a morte, un sacrificio, più valido di non importa quale altro sacrificio propriamente religioso, perché il sacrificatore vi è costantemente minacciato di morte, e di un colpo materiale – incassato tra le corna – invece della morte magica, cioè fittizia, a cui si espone chiunque entra in contatto troppo brusco col soprannaturale.

 
Femminismo - Fra “le cento donne che cambiano il mondo, attiviste, scienziate, economiste, politiche, artiste, ambientaliste, scrittrici, sportive…”, il settimanale “D” de “la Repubblica” celebra le musulmane col velo, anche se è imposto dagli uomini. Il velo è progressive? Il femminismo è sorprendente, non nuovo - è la vecchia letteratura: maschile? maschilista?. 
 
Italiano – Bach ne aveva concetto preciso, di “italiano” in musica, spiega András Schiff sul “Sole  24 Ore” domenica 23, “lui che non andò mai fuori dalla Germania”, perché “era molto colto, studiava sempre”, e “dalle musiche che trascriveva nelle biblioteche” costruì il “Concerto italiano”. Di cui il pianista dice: “Non riesco a immaginare un omaggio più grande all’Italia del movimento centrale, Andante, che guarda a Benedetto Marcello e a Vivaldi con una melodia bellissima e infinita, per la mano destra, mentre la sinistra tiene un ostinato che è un vero battito del cuore”.
Ancora: “Lo stesso modello Bach lo userà nelle venticinquesima variazione delle “Goldberg”, l’Adagio in sol minore, anch’esso in stile italiano. Così perfettamente identificato, miracoloso, in un uomo che non aveva mai viaggiato, come facevano tutti, dai grandi pittori fiamminghi e olandesi fono a Mozart (che è per metà italiano)”.    
La sensibilità ai mutamenti reali, invece che agli epifenomeni, alla politica, alla chiacchiera, da entomologo, con un occhio “marxiano” alla “struttura” dei fenomeni, ne aiuta gli equilibri, ne evita gli impegni, gli entusiasmi, sempre in qualche modo traditori. Ma non da remoto, dall’iperuranio della letteratura, muovendosi invece al contrario al centro, al nucleo, dei fenomeni - un autore in ogni evento contemporaneo, partecipe.
 
Memoria – “Il Benin di Patrice Talon (il presidente, un uomo d’affari) ha deciso di ribaltare tutto: i luoghi della tratta degli schiavi e le vestigia del colonialismo non verranno nascosti sotto il tappeto” – “7”: sono restaurati e restano in mostra. Il Benin, ex Dahomey, da sempre la Sorbona dell’Africa per l’altro numero di studenti, anche laureati, già in epoca coloniale, sa di che si tratta. Sono gli afroamericani che distruggono il passato, cioè americani di pelle nera – “perfino i nomi delle stelle considerati razzisti vengono azzerati dalla Nasa” (sempre “7”),. È l’America che vuole continuare a prosperare senza storia – pensa di avere prosperato perché senza storia, la nota presunzione americana, dei belli perché poveri, dei sapienti perché ignoranti. E si cancella, ma non si recupera, né la storia degli africani d’America né quella dei nativi americani.
 
Opera – “Il teatro nobile tra tutti, per il concentrato di gravità tragica di ciò che vi si rappresentava, della solennità del monumento, e dell’apparato col quale ci si recava” – tale appariva a Michel Leiris da piccolo: una “sorta di iniziazione”. Tale è in effetti, al fondo, l’opera: tragedia, e commedia.
 
Racine – “Una versificazione che presenta una sorta di sofficità di alcova, in cui tutte le linee si fanno fluide come quelle del corpo in amore” – M.Leiris, “Età d’uomo” (“Don Giovanni e il Commendatore”).
 
Wagner – “Ha condizionato Hollywood, infiltrato ogni fase della storia del cinema, dal muto ai supereroi”, è argomento di Alex Ross , l’illustratore famoso per i fumetti della Marvel, sul “New Yorker”. Non è vero, le immagini del cinema hanno altri riferimenti, tutte, dal muto ai supereroi, ma c’è sempre il bisogno di imporre Wagner. Che però, se  non per altro solo per questo, è sicuramente influente. Inquietante – “The New Yorker” non manca giorno in cui non presenta plurime denunce contro Trump: le due cose sono distinte?

Jünger - Rivoluzionario conservatore per collocazione (frequentazioni, riviste e sedi editoriali, corrispondenza), non per professione di fede e alla rilettura, e più o meno volontario nelle due guerre imperialiste tedesche, ma immune da sciovinismi giù nel corso delle confrontazioni.  Rivoluzionario senz’altro ma di fatto non conservatore. Militare pacifista. Aggressore perplesso - perplesso durante, non dopo. Mai nazista. Mai nazionalista - al confronto con Thomas Mann, p.es.. Aperto alle droghe, come sperimentazione di altre percezioni o stati di coscienza - checché questo voglia dire non è certo reazionario. Analista avvertito e anche sottile del contemporaneo: guerra, lavoro, immagini. Entomologo, quindi rispettoso della diversità. Radicato nella libertà - non nella “libertà tedesca” che fu l’equivoco dominante dei suoi anni, tra le due guerre. Immune, una rarità, allo sciovinismo dell’ideologia Volk. Viaggiatore senza paraocchi - p.es. in Italia, immune ai luoghi comuni e le frasi fatte. Naturalmente cosmopolita, caso forse unico in Germania.

Latino – S’intende sudamericano. “Le star latine dei tormentoni estivi”, titola il “Corriere della sera” una pagina con la prorompente Anitta, brasiliana. Le altre star sono Ana Mena, spagnola, la portoricana-cubana Mariahm e il colombiano Feid. Che cantano i successi italiani. Non si camta più in Italia – Napoli, specialmente, è scomparsa.

letterautore@antiit.eu

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