Letture - 432
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Atassia locomotoria – Ne è morto Shakespeare? È la “malattia
dei geni creativi” secondo Conan Doyle - “Through the Magic Door”, divagazioni
sugli autori prediletti. In particolare, a conclusione del cap. II, la ipotizza
per Shakespeare, che muore relativamente giovane, per spiegarne la scrittura da ultimo incerta, tremolante, ricordando che ne avevano sofferto recentemente Heine
e Daudet. È lo scoordinamento della funzione ambulatoria, e quindi dei
movimenti in generale – che oggi però può sconfina nel Parkinson, e in alcune
forme di Alzheimer prima della perdita definitiva della memoria.
Lafayette – Il generale
marchese francese, che fu protagonista della Rivoluzione americana e poi di
quella francese, fu anche involontario paraninfo della grande letteratura
americana. Nel 1824 il presidente Monroe lo invitò a visitare gli Stati Uniti,
come preliminare alle celebrazioni dei cinquant’anni dell’indipendenza. Il
viaggio fu un trionfo popolare. A New
York, che fece festa per lui per quattro giorni di seguito, Lafayette sollevò
tra le braccia un bambino di sei anni, e lo portò con sé per un tratto: Walt
Whitman. In Virginia, a Richmond, ebbe come scorta i Junior Richmond Riflemen,
tra i quali era il sedicenne Edgar Allan Poe, fresco di accademia militare,
indirizzato dall’amato nonno, generale Poe.
Italia – È in
sintesi nel Goethe in “Viaggio” a proposito della Campania: “Ora che tutte
queste spiagge e i promontori e i seni e i golfi, isole e penisole, rocce e
coste sabbiose, colline verdeggianti, dolci pascoli, campagne feconde, giardini
di delizie, alberi rari, viti rampicanti, montagne perdute fra le nubi e
pianure sempre ridenti, e scogli e secche, e questo mare, che tutto circonda
con tanta varietà e in tanti modi
diversi – ora, dico, che tutto questo è presente nel mio spirito, ora soltanto
l’Odissea è per me una parola viva”. Una scoperta.
Pane al volo – Si
direbbe un “classico” francese. Léo Malet ha – nel romanzo “Il sole non è per
noi” – il pane lanciato al volo dentro le celle dalle guardie carcerarie: i più
svelti se ne appropriavano, scatenando pori risse con i codetenuti. Guy Bueno,
lo scrittore spagnolo, ricordava che il pane veniva lanciato al volo, sempre in
Francia, oltre i reticolati dietro i quali erano ammassati i rifugiati spagnoli
durante la guerra civile.
Papa Francesco –Richiama
il saggio di Corrado Alvaro su Campanella, dove lo scrittore fa del frate un
predecessore di don Chisciotte dal vero: “Nel Seicento il Cattolicismo, e la
società, si staccarono definitivamente dai concetti classici miracolosamente
sopravvissuti fino a quel tempo. Fu la mentalità spagnuola che operò nel mondo,
con una mistica mussulmana, tale trasformazione”. Lo richiama all’apparenza
senza ragione, se non per quella “mistica mussulmana”. Che però c’è, è
operativa.
Il
papa argentino è il primo papa ispanico – il primo dopo il papa Borgia, che
però era di famiglia italianizzata, e tuttora è riferita in spagna col nome
italianizzato.
Punto
e virgola -
Musil (“Ribellione al maschio”, nella raccolta “Parafrasi”, p.145): “Punto e
punto e virgola sono sintomi di regresso – sintomi di stasi. Dunque non si
dovrebbe lasciare la sintassi nelle mani di professori fossilizzati”. Di più:
“Punto e punto e virgola li scriviamo non soltanto perché abbiamo imparato a fare
così, bensì perché pensiamo così. – Questo è il pericolo. Finché si pensa in
periodi col punto finale - certe cose non si lasciano dire - al massimo
vagamente sentire”. Musil usa invece il trattino? Ma le divagazioni le fa lunghe.
Storie personali –
Inventate, esagerate, la biografa di Poe, Shelley Costa Bloomfield, dice genere
americano, delle origini – ma poi anche di tutto l’Ottocento, come Mark Twain che
lei cita fa dire a Huck del suo libro precedente all’inizio delle “Avventure di
Huckleberry Finn”: “Ci sono cose che ha esagerato, ma in genere ha detto la
verità”. Un paese giovane, che si era “liberato dal colonialismo e dall’ortodossia”,
aveva bisogno di eroismo, scrive Costa Bloomfield: “Frottole e burle erano
popolari e geniali… Gli spiriti erano accesi e le esagerazioni abbonda vano.
Storie personali si inventavano”.
Al
genere sarebbero invece negati gli inglesi, secondo Conan Doyle (“Through the
Magic Door”) perché non sono sinceri: “Nessuna autobiografia britannica è mai
stata franca, e di conseguenza nessuna autobiografia britannica è buona”. Si
può scherzare ed esagerare ma non nascondersi – ci si può nascondere dietro lo
scherzo?
Toyboy – “Prestatori
del pene” per Gadda. La prostituzione maschile Pasolini eleva - “Supplica a mia
madre” (“Poesia in forma di rosa”) - ad amore, seppure senz’anima: “Ho un’infinita fame\ d’amore, dell’amore di corpi senza anima”.
Gadda liquidava i toyboy come “prestatori
del pene” – i “ragazzotti
prestatori
del pene», come direbbe Gadda” scrive Bassani a Calvino a proposito della
copertina de “Gli occhiali d’oro”, per la quale voleva un De Pisis, una delle gouaches “raffiguranti nudi o seminudi
di splendidi ragazzotti ‘prestatori del pene’, come direbbe Gadda”.
Trump – Risuona
nella forma della pronuncia, “Tramp! Tramp! Tramp!”, in una delle canzoni più
popolari della guerra civile americana – “la guerra più sanguinosa che la razza
anglo-celtica abbia combattuto” (A.Conan Doyle). Ma è una canzone di speranza,
dei prigionieri di guerra nordisti che si incoraggiano – “tramp” è la sonorizzazione
del passo militare, dl passo di marcia.
Viaggio - Ha
cancellato le differenze. Conan Doyle ricorda con vivido gusto (“Through the
Magic Door”) la “Storia d’Inghilterra” di Macaulay, di quando nel Seicento un
Londinese in campagna era una stranezza: “Un cockney in un villaggio rurale era
guardato come se avesse sconfinato in un kraal
di Ottentotti. Lo stesso quando il Lord di un castello del Lincolnshire o dello
Shropshire appariva a Fleet Street”, a Londra, “si distingueva alla stessa
maniera dai residenti come un Turco o un Lascar” – lascar era un marinaio
indiano.
letterautore@antiit.eu
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