martedì 15 settembre 2020

Letture - 432

letterautore

Atassia locomotoria – Ne è morto Shakespeare? È la “malattia dei geni creativi” secondo Conan Doyle - “Through the Magic Door”, divagazioni sugli autori prediletti. In particolare, a conclusione del cap. II, la ipotizza per Shakespeare, che muore relativamente giovane, per spiegarne la scrittura da ultimo incerta, tremolante, ricordando che ne avevano sofferto recentemente Heine e Daudet. È lo scoordinamento della funzione ambulatoria, e quindi dei movimenti in generale – che oggi però può sconfina nel Parkinson, e in alcune forme di Alzheimer prima della perdita definitiva della memoria.
 
Lafayette
– Il generale marchese francese, che fu protagonista della Rivoluzione americana e poi di quella francese, fu anche involontario paraninfo della grande letteratura americana. Nel 1824 il presidente Monroe lo invitò a visitare gli Stati Uniti, come preliminare alle celebrazioni dei cinquant’anni dell’indipendenza. Il viaggio fu un trionfo popolare. A  New York, che fece festa per lui per quattro giorni di seguito, Lafayette sollevò tra le braccia un bambino di sei anni, e lo portò con sé per un tratto: Walt Whitman. In Virginia, a Richmond, ebbe come scorta i Junior Richmond Riflemen, tra i quali era il sedicenne Edgar Allan Poe, fresco di accademia militare, indirizzato dall’amato nonno, generale Poe.
 
Italia
– È in sintesi nel Goethe in “Viaggio” a proposito della Campania: “Ora che tutte queste spiagge e i promontori e i seni e i golfi, isole e penisole, rocce e coste sabbiose, colline verdeggianti, dolci pascoli, campagne feconde, giardini di delizie, alberi rari, viti rampicanti, montagne perdute fra le nubi e pianure sempre ridenti, e scogli e secche, e questo mare, che tutto circonda con tanta varietà e in  tanti modi diversi – ora, dico, che tutto questo è presente nel mio spirito, ora soltanto l’Odissea è per me una parola viva”. Una scoperta.
 
Pane al volo
– Si direbbe un “classico” francese. Léo Malet ha – nel romanzo “Il sole non è per noi” – il pane lanciato al volo dentro le celle dalle guardie carcerarie: i più svelti se ne appropriavano, scatenando pori risse con i codetenuti. Guy Bueno, lo scrittore spagnolo, ricordava che il pane veniva lanciato al volo, sempre in Francia, oltre i reticolati dietro i quali erano ammassati i rifugiati spagnoli durante la guerra civile.
 
Papa Francesco
–Richiama il saggio di Corrado Alvaro su Campanella, dove lo scrittore fa del frate un predecessore di don Chisciotte dal vero: “Nel Seicento il Cattolicismo, e la società, si staccarono definitivamente dai concetti classici miracolosamente sopravvissuti fino a quel tempo. Fu la mentalità spagnuola che operò nel mondo, con una mistica mussulmana, tale trasformazione”. Lo richiama all’apparenza senza ragione, se non per quella “mistica mussulmana”. Che però c’è, è operativa.
Il papa argentino è il primo papa ispanico – il primo dopo il papa Borgia, che però era di famiglia italianizzata, e tuttora è riferita in spagna col nome italianizzato.
 
Punto e virgola
- Musil (“Ribellione al maschio”, nella raccolta “Parafrasi”, p.145): “Punto e punto e virgola sono sintomi di regresso – sintomi di stasi. Dunque non si dovrebbe lasciare la sintassi nelle mani di professori fossilizzati”. Di più: “Punto e punto e virgola li scriviamo non soltanto perché abbiamo imparato a fare così, bensì perché pensiamo così. – Questo è il pericolo. Finché si pensa in periodi col punto finale - certe cose non si lasciano dire - al massimo vagamente sentire”. Musil usa invece il trattino? Ma le divagazioni le fa lunghe.
 
Storie personali
– Inventate, esagerate, la biografa di Poe, Shelley Costa Bloomfield, dice genere americano, delle origini – ma poi anche di tutto l’Ottocento, come Mark Twain che lei cita fa dire a Huck del suo libro precedente all’inizio delle “Avventure di Huckleberry Finn”: “Ci sono cose che ha esagerato, ma in genere ha detto la verità”. Un paese giovane, che si era “liberato dal colonialismo e dall’ortodossia”, aveva bisogno di eroismo, scrive Costa Bloomfield: “Frottole e burle erano popolari e geniali… Gli spiriti erano accesi e le esagerazioni abbonda vano. Storie personali si inventavano”.
Al genere sarebbero invece negati gli inglesi, secondo Conan Doyle (“Through the Magic Door”) perché non sono sinceri: “Nessuna autobiografia britannica è mai stata franca, e di conseguenza nessuna autobiografia britannica è buona”. Si può scherzare ed esagerare ma non nascondersi – ci si può nascondere dietro lo scherzo?
 
Toyboy
– “Prestatori del pene” per Gadda. La prostituzione maschile Pasolini eleva - “Supplica a mia madre” (“Poesia in forma di rosa”) - ad amore, seppure senz’anima: “Ho un’infinita fame\ d’amore, dell’amore di corpi senza anima”. Gadda liquidava i toyboy come “prestatori del pene” – i “ragazzotti prestatori del pene», come direbbe Gadda” scrive Bassani a Calvino a proposito della copertina de “Gli occhiali d’oro”, per la quale voleva un De Pisis, una delle gouaches “raffiguranti nudi o seminudi di splendidi ragazzotti ‘prestatori del pene’, come direbbe Gadda”.
 
Trump
– Risuona nella forma della pronuncia, “Tramp! Tramp! Tramp!”, in una delle canzoni più popolari della guerra civile americana – “la guerra più sanguinosa che la razza anglo-celtica abbia combattuto” (A.Conan Doyle). Ma è una canzone di speranza, dei prigionieri di guerra nordisti che si incoraggiano – “tramp” è la sonorizzazione del passo militare, dl passo di marcia.
 
Viaggio - Ha cancellato le differenze. Conan Doyle ricorda con vivido gusto (“Through the Magic Door”) la “Storia d’Inghilterra” di Macaulay, di quando nel Seicento un Londinese in campagna era una stranezza: “Un cockney in un villaggio rurale era guardato come se avesse sconfinato in un kraal di Ottentotti. Lo stesso quando il Lord di un castello del Lincolnshire o dello Shropshire appariva a Fleet Street”, a Londra, “si distingueva alla stessa maniera dai residenti come un Turco o un Lascar” – lascar era un marinaio indiano.

letterautore@antiit.eu

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