Montalbano si spegne a Bologna
Primo e unico caso di
collaborazione tra Grazia Negro e Montalbano, tra Bologna e Vigata. Freddino -
gli autori torneranno a collaborare, ma senza i rispettivi beniamini.
Inizia Bologna,
l’ispettrice Grazia Nigro, Vigata risponde. La corrispondenza va avanti a
pizzini, straccetti di carta appuntati a matita o a biro. Era l’epoca di
Provenzano, un capomafia da poco arrestato, che parlava solo coi “pizzini”. Era
anche l’epoca di Ciancimino figlio, un “traggediaturi” che avviò il processo
allo Stato invece che alla mafia, nel quale ha impantanato l’antimafia
siciliana per un decennio, e forse ancora non è finita.
Sfortunata è forse la
trama. Che è quella di Ciancimino jr: il cattivo è lo Stato. Questo Ciancimino
oggi è dimenticato, ma dieci anni fa dettava legge - la legge italica è fatta
così. Ciancimino jr. comunicava coi “pizzini”, e questo fanno anche i due Supereroi,
come a dire: “Non prendeteci sul serio, siamo fuori concorso”. In più
Lucarelli, che scambia la violenza con l’inventiva, fa commettere al mite
Camilleri inverosimili crudeltà. Con un errore: lo Stato, seppure deviato, non
ci molla mai.
Un giallo “superiore” direbbe
lo stesso Ciancimino jr. Una cattiva azione, verso lo Stato e verso il lettore.
Massimo Ciancimino la
trama la svolgeva meglio (era, è ancora, suo questo “Stato”), il suo agente
deviato tedesco (altoatesino) era geniale - se non era opera dei suoi avvocati (dei
servizi segreti?). Non era però una cima, e presto è stato abbandonato a
se stesso: un pupo nelle mani di un puparo, la mafia stessa, che sempre trova e
illustra qualcosa di più mafioso della mafia. Ma Lucarelli – si deve a Bologna,
cioè a lui, l’iniziativa del quattro mani – non vuole osare. Camilleri è la
prima cosa che avrebbe detto, ma si adegua.
La nuova edizione, a
prezzo raddoppiato, è più corposa: la versione grafica della prima bozza, poi
sveltita di alcune lastre - ma anche la prima era bene illustrata.
Camilleri-Lucarelli, Acqua in bocca, minimum fax, pp. 125 €
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