Un’altra vita con Paolo Conte
Una rimpatriata. Una celebrazione
di Conte, poeta, musicista, pittore (immaginista). Malinconica – “vedere tutto
il tempo che è passato mi mette un po’ di malinconia” si dice lui stesso. Ma
non per fatto personale: è un altro mondo, appena pochi decenni fa, Conte come
De André, Modugno, Jannacci, un’altra canzone, un’altra musica. Solo diversa? Un fatto geenrazionale? No: musica, e poesia, a fronte del nulla, con tutti i suoi likes e followers.
Semplice, anche. “Mah, l’autobiografia
serve, marginalmente. Asti è una città particolare. Non ha poeti. Siamo per le tragedie.
Comporre canzoni è come fare il cinema, i luoghi sono importanti, ma servono
gli sguardi, i tempi giusti, i sorrisi”. Con tanta musica naturalmente, dei
primissimi interpreti di Conte, il ragazzo Celentano e Enzo Jannacci, Caterina
Caselli, Milva, e di Conte passato e presente, e in giro per il mondo, a Parigi in particolare, nei tanti concerti,
compreso l’ultimissimo a luglio, e al San Carlo di Napoli. E tante testimonianze.
Giorgio
Verdelli, Paolo Conte – via con me
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