sabato 10 ottobre 2020

Fredda Napoli infoiata dal lotto

Il racconto degli “affreux”, dei poveracci. In una Napoli indemoniata dal lotto, oggi come ai tempi di Matilde Serao, “Il paese di cuccagna”, 1890. L’“assistito”, assistito dagli spiriti, accecato da bambino dalla tosse convulsiva, che la città venera perché dà i numeri, e la donna-mostro si amano e si odiano.
Un racconto moralistico. Freddo. Più che una storia, o la felicità di raccontare, una polemica insistita sul flagello del gioco. Il commissario Ricciardi, brand  De Giovanni rinomato, è notarile e non il deus ex machina  alla Montalbano, e quindi anche la suspense difetta – a leggere De Giovanni dopo la lunga serie dei Camilleri forse gli si fa torto. Ma, poi: davvero Napoli impazzisce per il lotto, oggi come al tempo di Serao? De Giovanni si è specializzato nel colore di Napoli, trito, il Napoli, san Gennaro, il lotto, i vicoli, mentre si avrebbe voglia di qualcosa di diverso, magari di reale.
Maurizio De Giovanni, Febbre, pp. 47, gratuitamente con “La Repubblica” e “La Stampa”

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