È
singolare, perfino delittuosa, l’impreparazione di fronte alla seconda ondata
dell’epidemia. Delittuosa anche nel silenzio, dei media e delle istituzioni. Coi ridicoli peana alla chiusura di bar e ristoranti dalle 23 alle 5, a Milano, dove a quelle ore dormono tutti.
Vediamo.
Non si è fatto nulla per il trasporto e l’ospedalizzazione, la profilassi e la
cura del coronavirus. A decine s’infettano gli ospiti delle case di riposo, come
in primavera, nelle stesse case di riposo della primavera. Non si sono
moltiplicate le terapie intensive, solo di poche unità. Non si sono mobilitati,
adeguatamente protetti, i medici di base per la diagnosi: bisogna fare capo a
un numero verde che non risponde mai, o altrimenti occupato. Si fanno file di
chilometri e di giorni per il tampone. Col peso dell’ansia. Spargendo il contagio
invede di limitarlo. Ma tutto è business
as usual. Mancano perfino i vaccini antinfluenzali, nel Lazio come in Lombardia, che sono sempre stati disponibili. Ora bisogna comprarli? Sì.
Non
si muovono le Procure, il governo è giallo e rosso, come i procuratori. Non si
muove il Quirinale, perché, certo, il
governo è giallo quasi rosso – che pure avrebbe tanti modi per imporre al
governo di fare. Si suggerisce che la colpa è delle regioni - cioè delle
regioni di destra, su quelle di sinistra, l’Emilia per esempio, la Toscana, il
Lazio, benché avviate sulla traccia della leghista Lombardia, si tace: la
solita politichicchia. Mentre è vero che il governo ha mille strumenti per
indurre le regioni comunque a fare, quand’anche fossero incapaci o
negazioniste. E non fa nulla. Doveva assumere decine di migliaia di insegnanti,
ma ancora “prepara il concorso”. Doveva
assumere decine di migliaia di operatori sanitari, medici, infermieri, barellieri,
portantini, assistenti. Non lo ha fatto,
“lo farà”: un governo di ministri tutti
cialtroni non manca di parole.
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