Il Grande Balzo in Avanti – Cina-Resto del Mondo 17-0
È parso in effetti ridicolo il
negazionismo del coronavirus in piazza a Roma, perché di esso si muore. E
perché è un tornante nella storia mondiale: la Cina, si può dire, batte
quest’anno, grazie all’agente microgeno, il Resto del Mondo per 17-0. Non è
male, e anzi necessario, entrare nel contagio con un occhio diverso da quello
dei Cts, i Comitati tecnico scientifici.
Si muore per concomitanza di cause, in
situazioni di deperimento organico. Ma ci si infetta di più, e anche si muore,
soprattutto nelle attività di massa, a contatto più o meno obbligato:
trasporti, fabbriche e ospedali. E non si muore dappertutto nella stessa
“quantità”, allo stesso modo, certificano concordi l’Organizzazione mondiale della sanità,
l’Unione Europea, e tutti quelli che tengono il conto.
Non si muore praticamente in Cina, che
pure al virus ha dato origine, coltivandolo anche per un lungo periodo in sonno.
Conta a oggi 15 ottobre 90 mila contagiati in tutto, su 1,4 miliardi di
abitanti, un quinto della popolazione mondiale. Come l’Honduras, che invece ha
dieci milioni di abitanti. E su 90 mila contagiati conta appena 410 morti. Gli
Stati Uniti hanno avuto 7 milioni e mezzo di contagiati, e 210 mila morti.
Tutta l’Europa è stata colpita da cinque a dieci volte più della Cina.
Effetto delle diverse misure di
contenimento? Non può essere: la Cina le ha avviate per prima, gli altri le
hanno copiate. Statistiche addomesticate? È possibile, il regime in Cina è
totalitario, ma la discrepanza è enorme. Tanto più se si considera la densità
demografica, o abitanti per kmq, per chilometro quadrato, visto che il contagio
si produce per contatto. La Cina ha una densità di 137 ab. per kmq, l’Europa di
113, gli Stati Uniti di 34. È vero che gli Stati Uniti hanno una distribuzione
diseguale della popolazione, ammassata in alcune megalopoli o in alcuni Stati,
dispersa in altri. Ma questo vale di più per la Cina, campo da una trentina
d’anni di un esodo di massa dalle campagne verso le città. L’area orientale ha
una densità di 400 abitanti per kmq – mentre sul vasto altipiano
occidentale se ne contano nove o dieci. Almeno cento città, 102 secondo
l’ultimo censimento, hanno più di un milione di abitanti. Sei, compresa Wuhan,
focolaio dell’epidemia, superano i 10 milioni – e anche di molto: Shangai ne ha
23, su un superficie uguale al Comune di Roma, Pechino 21, Guangzhou 19. E in
condizioni abitative ristrette.
L’esito è che a sessant’anni dal Grande
Balzo in Avanti del Timoniere Mao, che fu un disastro, il presidente Xi ne fa
uno non propagandato, ma forse dicisivo: ha appestato il mondo e se ne prende
le redini.
Nelle more del contagio, in questo
2020, e probabilmente ancora nel 2021, poiché la pandemia ha ripreso vigore, la
Cina ha goduto di un vantaggio comparato inestimabile, come “fabbrica del
mondo”. Soprattutto rispetto ai concorrenti: gli Stati Uniti e l’Europa vanno indietro
quest’anno di un 10 per cento, produzione, reddito, occupazione. Peggio per gli
umori o la volontà di fare: progettare, investire, accrescere la produttività.
La Cina va avanti di poco meno del 10 per cento – a oggi il 7 per cento: non
c’è più gara, la Cina batte il Resto del Mondo per 17-0.
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