astolfo
Caravaggio – Ce ne fu uno
prima del Merisi, Polidoro Caldara, nato a Caravaggio come da soprannome, morto
a Messina nel 1543, di 43 o 44 anni. Architetto oltre che pittore. Specie a
Roma dove fu imbarcato da Raffaello come auto per le Stanze Vaticane. Si rifugiò
nel regno di Napoli, nella capitale dapprima e poi a Messina, dopo il Sacco di
Roma. Fu molto considerato ancora nel secondo Cinquecento. Nel primo catalogo
del Secolo d’oro, di Giovan Paolo Lomazzo, “Idea del Tempio della Pittura”,
1590, Polidoro da Caravaggio figura tra i sette “governatori dell’arte”, con
Leonardo, Michelangelo, Raffello, Mantegna Tiziano, e Gaudenzio Ferrari.
Ghino
di Tacco –
Lo pseudonimo giornalistico di Craxi è stato accostato, da Craxi stesso, al
personaggio storico dallo stesso nome, ma con una nomea sbagliata: Craxi lo
voleva un bandito di passo della via Francigena, della Maremma, mentre era un
gentiluomo senese del secondo Duecento, che diventò “bandito” in quanto bandito
ingiustamente dalla sua città, e in questa veste morirà in un agguato ad
Asinalunga. Ma non era un ladrone. Era uno che lottò a lungo col papa, col
quale poi si riconciliò.
Questo è il Ghino di Tacco storico,
di cui al Boccaccio, alla novella seconda della decima giornata del “Decameron”:
cattura l’abate di Cluny e la sua corte, in viaggio per i bagni di Siena contro
l’ulcera, e lo guarisce durante con la dieta povera di fave secche, pane
arrostito e vernaccia – ottenendone in cambio i buoni uffici presso il papa.
Guerra
aerea –
È impari, e poco onorevole, quale che sia l’ardimento e il rischio: il mezzo sovrasta
di gran lunga l’intelligenza e l’audacia, le virtù eroiche o militari Al riparo
peraltro, praticamente, dalle controdifese.
Lo scrittore André Malraux, che nella guerra di Spagna si distinse organizzando
al suo scoppio una squadriglia aerea, operativa e con qualche successo nei
primi sei mesi del conflitto civile, lo fa dire da un italiano della sua squadriglia,
Scali, un fuoriuscito del regime fascista (individuabile come Nicola
Chiaromonte, l’unico italiano che fece parte della Escadrilla España o
Escadrilla Malraux), “bombardiere” – le granate venivano scaricate a mano, a
occhio, anche dallo scarico sanitario: “Scali trovava l’aviazione un’arma disgustosa.
Specie dopo che i Mori (le truppe marocchine degli insorti franchisti, n.d.r.)
scappavano. Ciononostante aspetta come un gatto che l’obiettivo arrivi nel
visore (gli restavano due bombe da cinquanta chili). Indifferente ale mitragliatrici
di terra, si sentiva insieme giustiziere e assassino, più disgustato dal
prendersi per un giustiziere che per un assassino”.
Mazzini – S i ebbe in
morte un’epigrafe di Carducci, a suo tempo e per lungo tempo importante:
“L’ultimo
dei grandi italiani antichi
e il primo dei moderni
il pensatore
che de’ romani ebbe la forza
de’ comuni la fede
de’ tempi nuovi il concetto
il politico
che pensò e volle e fece una
la nazione
il cittadino
che tardi ascoltato nel
MDCCCXLVIII
rinnegato e abilitato nel
MDCCCLX
lasciato prigione nel MDCCCLXX
sempre e su tutto dilesse la
patria italiana
l’uomo
che tutto sacrificò
che amò tanto
e molti compatì e non odiò mai
GIUSEPPE MAZZINI
dopo quarant’anni d’esilio
passa libero per terra
italiana
oggi, che è morto
o Italia
quanta gloria e quanta
bassezza
e quanto debito per l’avvenire”.
Michelangelo - A trentatré
anni Michelangelo cominciava la Cappella Sistina - a ventitré aveva già finito
“La Pietà”.
Raffaello – A 25 anni gli
vengono commissionate e realizza le Stanze Vaticane – a ventuno ha dipinto lo Sposalizio
della Vergine di Brera.
Savoia – È l’aereo
privilegiato nella disamina di Malraux, dove riflette, nel romanzo “La
speranza”, sulle possibilità della sua squadriglia, dotata di caccia francesi Potez,
contro gli aerei nemici della guerra di Spagna, gli Junker tedeschi e i Savoia:
“Se gli Junker”, contro i qali si era appena battuto vincente, riflette, “erano
cattivi”, pesanti, lenti, “i Savoia erano aerei da bombardamento molto
superiori a tutto quanto di cui disponevano i repubblicani”. .
È
probabilmente il Savoia-Marchetti S.79, operativo da un anno quando la guerra
civile scoppiò in Spagna nell’estate del 1936, ritenuto il bombardiere più
veloce.
Wandervogel – Il primo ecologismo
fu di tipo nazionalista, con risvolti, si sarebbe detto successivamente, nazisti
– anche se Hitler ne decretò lo scioglimento, dei Wandervogel come di ogni
movimento scoutistico. Fondato a fine Ottocento su basi naturaliste,
progenitore anche del naturismo (nudismo), il movimento Wandervogel, degli
uccelli di passo, fu fortemente tradizionalista, in senso sciovinista: il primo
movimento moderno di massa oltranzista dell’unicità della Germania, del
teutonismo mitico, pagano, guerriero.
In
pochi anni il movimento naturalista si dotò anche di organizzazioni paramilitari,
di cui una, la Lega della Giovane Germania (Jungdeutschland
Bund), prima della prima Guerra Mondiale, vantava 700 mila iscritti, e
un’altra, la Lega degli esploratori tedeschi (Pfadfinderbund) 80 mila. Organizzazioni attive all’interno, con
chiari intenti discriminatori, se non dichiaratamente razzisti - fu Wandervogel
per qualche tempo anche Walter Benjamin giovane, e fino al 1930 circa ci furono
gruppi ebraici tra i Wandervogel, che introdussero il sionismo tra i giovani, e
genereranno il movimento dei boy-scout in Israele. Poche le donne – mentre
fiorivano nel movimento le pubblicazioni omoerotiche, in forma di richiami
all’eros greco. E cibo organico: le prime trattazioni risalgono ai Wandervogel.
Ma il tratto caratteristico erano le Leghe (Bünde): maschili e maschie, elitiste,
medievali, di fantasie cavalleresche.
Hitler
abolì il movimento nel 1933, insieme con tutte le organizzazioni di boy-scout,
ma la Gioventù Hitleriana modellò poi sui Wandervogel: sui principi di lealtà,
dirittura, salutismo, anche nell’alimentazione – Hitler era personalmente
vegetariano.
astolfo@antiit.eu
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