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La guerra di Spagna fu la guerra di Mussolini
La
guerra di Spagna è stata doppia, spiega nel 1937 Malraux, “La speranza” – lo fa
spiegare nel romanzo dal capo della Sicurezza repubblicana, che denomina Garcia,
nell’ultimo capitolo della prima parte, “L’illusione onirica”, quindi a metà
agosto del 1936: una è stata la guerra dei reazioanri spagnoli, persa sul
cominciare - il putsch era fallito -
e una è di Mussolini.
Anali
non peregrina come sembrerebbe. “Abbiamo a che fare con due colpi di Stato
sovrapposti…. Uno è il puro e semplice pronunciamento
delle famiglie, vecchia conoscenza. Burgos, Valladolid, Pamplona, Sierra. Il
primo giorno i fascisti avevano tutte le guarnigioni di Spagna. Non gliene
rimane già più che un terzo. Questo pronunciamento
insomma è sconfitto. È sconfitto dall’Apocalisse. Ma gli Stati fascisti,
che non sono idioti, hanno perfettamente previsto il fallimento del pronunciamento. E, a partire di là,
comincia il problema del Sud. Attenzione: non è della stessa natura. Per sapere di che parliamo, mettiamo da parte
la parola fascismo. Uno: Franco se ne frega del fascismo, è un apprendista-dittatore
venezuelano. Due: Mussolini se ne frega,
in sé, d’istituire o no il fascismo in
Spagna: i problemi morali sono una cosa, la politica estera è un’altra”. E a
questo punto chiarisce la sua diagnosi:
“Mussolini
vuole qui un governo sul quale possa agire. Per questo, ha fatto del Marocco
una base d’aggressione. Da lì parte un esercito moderno, con un armamento
moderno. Siccome non possono contare sui soldati spagnoli (l’hanno visto a
Madrid e a Barcellona), si appoggiano su truppe poco numerose ma di valore
tecnico: Mori, Legione Straniera, etc.”. Si discute se i Mori siano dodicimila
o quarantamila. Poi Garcia prosegue: “Nessuno qui ha studiato neanche un poco
il legame attuale delle autorità spirituali dell’Islam con Mussolini. C’è da
aspettare poco! La Francia e l’Inghilterra avranno sorprese. E se i Mori non
bastano, ci manderanno gli Italiani”.
Che
vuole l’Italia, chiede qualcuno. Garcia: “A mio parere, la possibilità di controllare
Gibilterra, cioè la possibilità di trasformare automaticamente una guerra
anglo-italiana in guerra europea, costringendo l’Inghilterra a fare questa
guerra attraverso un alleato europeo. Il relativo disarmo dell’Inghilterra
faceva preferire a Mussolini d’incontrarla da sola; il suo riarmo cambia al
fondo la politica italiana”. Una tesi come un’altra, il capo dell’intelligence
repubblicana se ne rende conto: “Queste sono solo ipotesi, chiacchiere da caffè
Commercio”. Ma non del tutto: “Ciò che è serio è: sostenuto nel modo più concreto
dal Portogallo, aiutato dai due paesi fascisti, l’esercito di Franco – colonne
motorizzate, fucili mitragliatori, organizzazione italo-tedesca, aviazione
italo-tedesca – proverà a marciare su Madrid…”,
Si parla qui di Mussolini dopo la guerra vittoriosa in Etiopia.
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