L’avventura del padre che non c’è, o come liberarsene
Penny fugge di casa, il 12 maggio
1721, nella contea americana di Pictown, vestito di giallo, per la vergogna di
non avere un padre nobile, non averlo avuto, dato che è orfano di padre,
abbandonando la buona madre, levatrice. Ha molte avventure con gli altri
ragazzi, e con il maestro, un oste, un cieco che vende i biglietti della fortuna,
e da solo libererà la contea dai briganti.
Un racconto pubblicato per la
prima volta nel 1978, da Einaudi (Ezio Comparoni, “Silvio D’Arzo”; è morto nel
1952, poco più che trentenne), a cura di Rodolfo Macchioni Jodi, con disegni
originali di Alberto Manfredi, poi ripreso dall’università di Parma, e da Greco
e Greco, ma non più in circolazione, anche se di D’Arzo si pubblica un po’ di
tutto: l’unico D’Arzo che non si ristampa è questo racconto per ragazzi, forse
il più riuscito – anche se “Casa d’altri” gode del titolo montaliano di
“racconto perfetto”.
Su un impianto falsato, un mondo
remoto, un tempo remoto. Ci fu un tempo, nel dopoguerra, in cui era di moda
ambientare in America i racconti - soprattutto i gialli, anche Scerbanenco lo
fa, anche Boris Vian, alias Vernon Sullivan. Era pure il tempo in cui il padre
c’era… Un rito di passaggio in proprio, autogestito.
Uno spunto, pare, autobiografico: la propria madre dello scrittore non era sposata, una ragazza-madre. E non aveva mestiere. Cioè ne aveva uno che a Ezio Comparoni, il nome proprio dello scrittore, non piaceva, al punto da sottrarsi spesso ai conoscenti, e la ragione per cui aveva dottato, già da ragazzo, lo pseudonimo: faceva la cartomante - così lo ricorda Giorgio Soavi, che lo frequentò da lontano in libreria a Cremona nel 1943, in un elzeviro su “Il Giornale”, il 29 giugno 2015, “Lo scrittore che cambiò nome”.
Un
racconto alla maniera un po’ di Pinocchio, un po’ di Kipling, di Stevenson. D’Arzo
ci lavorò per cinque anni, dal 1943 al 1948 – questa è la terza redazione.
Negli stessi anni in cui scriveva e riscriveva “Casa d’altri”, il racconto “perfetto”
di Montale che lo renderà famoso – anche quello postumo.
Silvio D’Arzo, Penny Wirton e sua madre, Einaudi, pp.
120 € 8,50
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