L’estate folle americana filmata un anno prima
La giornata di una brigata
anticrimine, una pattuglia di tre poliziotti del commissariato di quartiere,
la pattuglia di giorno, senza un momento di respiro, fra ragazze e ragazzi allo
sbando o allo sballo, piccoli e grandi mafiosi, guerre tra bande. Nel caso, tra gli zingari giostrai del circo (il circo Ly perfido chiama Zeffirelli)
e “il sindaco”, il capomafia nero di quartiere. Per evitare la quale la brigata
anticrimine s’ingegna di cercare chi ha rubato il leoncino del circo. Ci
riesce, ma ferisce nella concitazione il ragazzo che lo ha rubato. Da qui la
vendetta dei nuovi “miserabili” - il film
termina con una citazione da Victor Hugo: “Non ci sono né cattive erbe né uomini
cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”. A Montfermeil, una cittadina fuori
Parigi, dove lo stesso Ly è nato e risiede, animatore di una ong, Banlieus
Santé, e di una scuola di cinema gratuita.
Raramente un film-verità come
questo del maliano Ly, un regista che ciò che narra ha sperimentato di persona,
anche con la prigione, è stato tanto veritiero. Anche perché, sfortunato
all’uscita in Italia, programmata per il 12 marzo, preceduta dal lockdown il 10 marzo, figura ora, visto
su Sky, come un saggio politico estremamente avvertito. Tutto quello che Ly narra
è avvenuto in queste settimane nelle città americane: i quartieri difficili, la
polizia sotto pressione, gli errori dei poliziotti, la reazione furibonda, con
saccheggi e sparatorie. Dei “miserabili” come dei “black lives matter”.
L’ambientazione però è diversa, quasi politicamente scorretta. Per l’assenza
totale di razzismo, e l’occhio equanime, sulla polizia come sui “miserabli”, le
loro case, le loro famiglie, i padri assenti, le madri cirenee. È il secondo aspetto coinvolgente, non scontato o
di maniera, di questo film. Ly non è compiacente, ma non condanna la Brigata
Criminale, i tre della pattuglia, che tutte le brutte situazioni governano senza
eccessi, e riconoscono e si rimproverano l’errore. E un ruolo dà inatteso, per
un pubblico occidentale, non violento e non ipocrita, ai Fratelli Musulmani:
sono gli unici a mantenere la calma, a occuparsi dei ragazzi di strada con argomenti
generosi, se non persuasivi, a pazientare di fronte alla violenza e agli errori,
dei poliziotti come dei ragazzi, forse solo per tattica ma sicuramente per
convinzione. Che è quella del regista, spiega nelle presentazioni ma evidente dal racconto: questi conglomerati urbani diventano un inferno perché il governo è assente.
Ladj Ly, I miserabili
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