domenica 4 ottobre 2020

L’estate folle americana filmata un anno prima

La giornata di una brigata anticrimine, una pattuglia di tre poliziotti del commissariato di quartiere, la pattuglia di giorno, senza un momento di respiro, fra ragazze e ragazzi allo sbando o allo sballo, piccoli e grandi mafiosi, guerre tra bande. Nel caso, tra gli zingari giostrai del circo (il circo Ly perfido chiama Zeffirelli) e “il sindaco”, il capomafia nero di quartiere. Per evitare la quale la brigata anticrimine s’ingegna di cercare chi ha rubato il leoncino del circo. Ci riesce, ma ferisce nella concitazione il ragazzo che lo ha rubato. Da qui la vendetta dei nuovi  “miserabili” - il film termina con una citazione da Victor Hugo: “Non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”. A Montfermeil, una cittadina fuori Parigi, dove lo stesso Ly è nato e risiede, animatore di una ong, Banlieus Santé, e di una scuola di cinema gratuita.  
Raramente un film-verità come questo del maliano Ly, un regista che ciò che narra ha sperimentato di persona, anche con la prigione, è stato tanto veritiero. Anche perché, sfortunato all’uscita in Italia, programmata per il 12 marzo, preceduta dal lockdown il 10 marzo, figura ora, visto su Sky, come un saggio politico estremamente avvertito. Tutto quello che Ly narra è avvenuto in queste settimane nelle città americane: i quartieri difficili, la polizia sotto pressione, gli errori dei poliziotti, la reazione furibonda, con saccheggi e sparatorie. Dei “miserabili” come dei “black lives matter”.
L’ambientazione però è diversa, quasi politicamente scorretta. Per l’assenza totale di razzismo, e l’occhio equanime, sulla polizia come sui “miserabli”, le loro case, le loro famiglie, i padri assenti, le madri cirenee. È il secondo aspetto coinvolgente, non scontato o di maniera, di questo film. Ly non è compiacente, ma non condanna la Brigata Criminale, i tre della pattuglia, che tutte le brutte situazioni governano senza eccessi, e riconoscono e si rimproverano l’errore. E un ruolo dà inatteso, per un pubblico occidentale, non violento e non ipocrita, ai Fratelli Musulmani: sono gli unici a mantenere la calma, a occuparsi dei ragazzi di strada con argomenti generosi, se non persuasivi, a pazientare di fronte alla violenza e agli errori, dei poliziotti come dei ragazzi, forse solo per tattica ma sicuramente per convinzione. Che è quella del regista, spiega nelle presentazioni ma evidente dal racconto: questi conglomerati urbani diventano un inferno perché il governo è assente. 
Ladj Ly, I miserabili

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