Letture - 437
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Adottive – A
volte sono amanti – le figlie adottive. Si fa scandalo di Woody Allrn che ha sposato
Son Yi - figlia adottiva peraltro non amata della sua compagna Mia Farrow
quando era sposata con André Previn. Sartre e de Beauvoir fecero senza scandalo
figlie adottive ed esecutrici testamentarie due giovani amanti. Sartre Arlette
Elkaim, Simone de Beauvour Sylvie Le Bon - che forse era stata anche amante di
Sartre.
Adriatico –
Configura una comunità linguistica? Tale la suggerisce Giacomo Devoto (“Civiltà
di persone”), addebitandola al linguista Matteo Bartoli, alla sua pubblicazione
degli scritti dell’ultimo “utente” della lingua dalmatica, il veglioto Antonio
Udia, morto nel 1897. Il cui nome dalmatico era Tuone Udaina. “In queste forme
dittongate ritroviamo sulla costa adriatica, diciamo da Pescara a Brindisi”,
nota Devoto, “la selvaggia alterazione delle vocali accentate, propria anche
delle aree interne, dall’Abruzzo alla Puglia”. Questa analisi di Bartoli, un linguista
vissuto a cavaliere del 1900, “parve provocatoria e rimase indecisa”, nota
Devoto. E aggiunge: “Bilanciata dalla interpretazione «settentrionale», che
richiamava invece caratteri in parte analoghi del Friuli”. Cioè, dal Friuli alla
Dalmazia, all’Abruzzo e alla Puglia la stessa parlata.
Amore-morte - Al
celebre detto di Oscar Wilde dal carcere, “l’amore uccide ciò che ama”, fa da
pendant Boris Vian: “Le persone infelici uccidono quelli che amano perché non
hanno altro sotto mano”.
Asterischi – “Un po’
Lev Tolstoj e un po’ Agatha Christie”,
uno legge questo sommarietto sul “Robinson” e si dice: perbacco, un’occasione
di lettura eccezionale. Ma si tratta dell’ultimo romanzo di Jo Nesbø, “Il
fratello”, a cui Claudia Morgoglione dà poi, in fondo perplessa, solo tre
asterischi su cinque – leggetelo se non avete di meglio. Gli asterischi, per i libri
come per i film, sono più veritieri del giudizio scritto. Che risente della
promozione (l’amicizia dell’addetto\a stampa, l’abilità dello stesso\a, con fornitura
di giudizio completa, la confidenza speciale, l’esclusiva in anteprima)? L’asterisco
invece condensa l’umore personale.
Boccaccio –
Surrealista? Flaiano lo fa dire al suo personaggio di “Oh, Bombay”, Adamante,
arredatore, “architetto”, gidiano. Che, “anzi, voleva preparare un film sula
settima novella della Seconda giornata del Decamerone, la principessa di
Babilonia inviata per sposa al re del Garbo”. Surrealista forse per la
conclusione: quando la principessa, spesi quattro anni di viaggio in galanti avventure,
infine arriva dal re del Garbo, questi fa “gran festa e, mandato onorevolmente
per lei, lietamente la ricevette”. Onorevole e lieto, per una che “con otto
uomini forse diecimila volte giaciuta era” – e “allato a lui si coricò per
pulcella”.
Dante – È il quinto nella top ten dei nomi di vie, piazze e altri
spazi pubblici che Gravino compila sul “Venerdì di Repubblica” – dietro Roma,
Garibaldi, Marconi e Mazzini. È il solo poeta (letterato, artista) fra i primi
dieci – dopo Dante vengono Cavour, Matteotti, Verdi, Moro e IV Novembre.
Poeta
letterato coltissimo, di più aspetti del sapere, dei cui studi – della cui biblioteca
– non sappiamo nulla. Mentre della biblioteca di Petrarca sappiamo tutto, e
abbiamo anche qualche volume. È notazione di Dionisotti – che per questo non è
si avventurato nella “dantesca”?
Si
direbbe un poeta-letterato non per filologi. E invece ne è il massimo campo di
esercitazione: la filologia preferisce i non-documenti (il campo vergine) ai
documenti? .
Divinità – “Non sono gli
dei che hanno fatto la musica, è la musica che ha fatto gli dei”, A. Malraux,
“La speranza”, 2da parte, cap. VII.
“Altra
cosa è le fede
....So
che voi non credete
a
Dio, Nemmeno io.
Per
questo mi sono fatto prete
...
e prego: prego non so ben dire
che
e per che cosa: ma prego:
prego
(e in ciò consiste
-
unica! – la mia conquista)
non come accomoda dire
al
mondo, perché Dio esiste,
ma
, come uso soffrire
io,
perché Dio esista”.
Giorgio
Caproni, “Lamento (o boria) del preticello deriso”, poemetto dedicato “a
Mézigue”, cioè a me stesso (Caproni sta traducendo Céline, “Morte a credito”,
1936).
“Sopprimete
il condizionale e avrete distrutto Dio”, Boris Vian, “Trattato di civismo”
Gelosia - “L’amore
genera la gelosia, che ne è la prova”, Boris Vian, “Trattato di civismo”.
Grecia - “Troviamo nella
Grecia ciò che ci manca, non ciò che contiene realmente” – la Grecia nascosta,
“dietro ogni riga della sua letteratura” – V.Woolf, “Non sapere il greco”.
Lisbona – È
Ulixabona, la città di Ulisse, davanti all’oceano - Piero Boitani ripercorrendo
il mito di Ulisse sul “Sole 24 Ore” di domenica.
Oriente – “Un
soldato scende dal camion, si guarda intorno e mormora: «Porca miseria!». Egli
sognava un’Africa convenzionale, con alti palmizi, banane, donne che danzano,
pugnali ricurvi, un miscuglio di Tirchia, India, Marocco, quella terra ideale
dei film Paramoount denominata Oriente, che offre tanti spunti caratteristici
er orchestrina. Invece trova una terra uguale alla sua, più ingrata anche, priva
d’interesse”.
Roma – “La città meno romana del mondo” la trovò Silvio
D’Arzo (Ezio Comparoni) nel 1948, di ritorno dalla prigionia, come racconta
nella prefazione a “L’uomo che camminava per le strade” (un racconto appassionante,
la prefazione, dell’avventura militare del giovane scrittore in guerra). Dopo due
anni di prigionia “ai piedi dell’Himalaia, a Lahore, in mezzo ad
altri 4200 ufficiali”, la liberazione, tra i primi, e la scoperta, ancora con
la divisa, dell’autunno a Roma: “Sempre bella, a settembre lo è due volte di
più”. Perché “Roma non è Milano. È la città meno romana del mondo”.
È
il nome che più ricorre fra strade e piazze d’Italia. “Fu Mussolini in persona
a ordinare che ogni città avesse una via Roma” – Michele Gravino sul “Venerdì di
Repubblica”. E in ogni paese.
letterautore@antiit.eu
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