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L’immigrato in Italia è europeo
Erano censiti in Italia vent’anni fa poco più
di due milioni di immigrati residenti, 2 milioni 122 mila. Meno del Benelux,
quasi 3 milioni. Meno della metà della Gran Bretagna (4,7 milioni). Un terzo
della Francia (6.3 milioni). Tra un quarto e un quinto della Germania (9 milioni).
La cifra per l’Italia risulta triplicata a
fine 2019 (i dati sono Onu): 6,3 milioni. Mentre in Gran Bretagna è raddoppiata
(9, 6), superando la Francia di 1 milione e 200 mila unità. In Francia e in
Germania è aumentata di un terzo o poco più: in Francia risultavano 8 milioni
335 mila immigrati residenti, in Germania 13 milioni 132 mila. L’Italia ha
avuto l’impatto maggiore di nuova immigrazione nel Millennio.
Altra peculiarità: gli immigrati residenti in Italia
sono per più della metà europei: 3,2 milioni, rispetto ai 3,1 milioni di extraeuropei.
Lo stesso equilibrato rapporto registra la Germania: 6,6 milioni di europei e
6,6 milioni di extraeuropei. In Gran Bretagna e Francia, paesi coloniali fino a
cinquant’anni fa, il rapporto è invece di uno a due: in Francia 2,6 milioni di
europei e 5.6 di extraeuropei, e in Gran Bretagna di 3,3 europei 6,2 extraeuropei.
Per europei si intendono soprattutto immigrati
dall’Est Europa (Polonia, Romania, Bulgaria, Ucraina, Moldavia per lo più) e
dai Balcani (Albania, Bosnia, Serbia, Montenegro, Nord Macedonia).
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