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Salvini le perde tutte
È riuscito a perdere Reggio Calabria,
un’elezione vinta in partenza contro il deludente Falcomatà, con un candidato
incolore, e di fuori Reggio. Malgrado 10 liste di supporto, contro le 11 del
sindaco uscente. Dopo aver perso la Toscana e la Puglia – dopo
l’Emilia-Romagna.
Le tre sconfitte ci stavano, in
Emilia-Romagna, in Toscana, e anche in Puglia. Ma non nella proporzione di 6 a
4. In questa tornata con errori di partenza: liste di supporto limitate a 5 in Puglia per
Fitto contro le 15 di Emiliano, 5 per Ceccardi in Toscana contr le 13 di Giani.
In Puglia il candidato non era salviniano,
Fitto era passato nel suo peregrinare a Fratelli d’Italia, ma al voto sono mancati
sensibilmente i salviniani pugliesi.
È riuscito a perdere anche a casa, a Lecco, Legnano e Saronno, e rischia fra un anno a Varese, senza prospettive di rimonta a Milano. È da quando si è fatto espellere dal governo,
a Ferragosto del 2019, che Salvini non ne imbrocca una. Non sarà lui il nuovo
capo della destra, o allora la destra sarà condannata alle sconfitte. Sbaglia
anche le tecniche elettorali: gli apparentamenti, i listini, il voto in più. Nelle
quali Berlusconi era maestro ma che ognuno comprende.
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