Tra figlio e padre quasi un capolavoro
Si procede su un’onda lunga di tensione
subliminale, senza eccessi, di scene e immagini semplici e geniali. Partendo da
un improvviso inspiegato colpo di panico del protagonista adulto in
metropolitana. E da un ragazzo inquieto, tifoso laziale che gioca a subbuteo
con un compagno invisibile. Si procede ansiosi, con l’attentato dei terroristi
Nap, Nuclei Armati Proletari, al padre vice-questore e alla sua scorta, un
attacco coi mitra, in piazza, a Roma, con sparatorie da western. L’assenza del padre,
muta. Il ritorno. La materializzazione dell’amico del ragazzo, di un amico,
calciatore abilissimo. La fuga dalla scuola. Le visite degli amici e colleghi
della Polizia. Con pistole che s’intravedono tra borse e fondine, la cinepresa
per un minuto di svago, le chiacchiere preoccupate e svagate al pokerino. Con l’amico
che appare e scompare. Fino al viaggio in vacanza in Calabria, un ritorno per
il padre. Con la coda, di notte, in una galleria non illuminata, il traffico bloccato
da un incidente. E il ritrovo con i tanti parenti, sapido e rapido. Poi tempi lenti,
dilatati, ripetitivi.
Autoritratto dell’autore da
giovane. Un bambino-ragazzo inquieto, che fugge da scuola, esce di casa la mattina
all’alba, e intrattiene un amico immaginario, con cotolette, palloni firmati da
Chinaglia, furti in sacrestia, biciclette, bagni di mare. Un po’ come “Nuovo
cinema Paradiso”, con la tensione del noir,
della violenza incombente.
La Coppa Volpi che ha sorpreso
Favino per la migliore interpretazione è in effetti sorprendente, avendo l’attore
poche pose e battute - il focus è sul bambino-ragazzo. Ma è come usa ai festival,
un risarcimento e un riconoscimento al film, indiretto potendosi premiare solo
un film, e “Padrenostro” essendo imperfetto. Un capolavoro a metà: il racconto si
stiracchia nella seconda parte, riverberando negativamente su tutto il film, la
suspense della prima metà rifluisce
in irritazione – lo spettatore si sorprende a rifarsi un rimontaggio (si fece
con successo per “Nuovo cinema Paradiso”), con 15-20 minuti in meno, la gita in
barca per esempio, qualcuna delle tante volte sopra la scogliera minacciosa al
mare, per una sorta di fai-da-te del racconto, per ridargli fisionomia tanto apprezzandone
il resto.
Claudio Noce, Padrenostro
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