Appalti, fisco, abusi (189)
Banco Bpm ritorna
dopo tre anni su un conto corrente chiuso inviando una lettera dettagliata con
allegato un assegno. L’oggetto è “comunicazione rimborso”: “Dalle analisi e dai
riconteggi fatti sul rapporto a suo tempo aperto presso la nostra Banca, è
risultato un credito suo favore”. L’assegno è di € 0,15 (quindici centesimi).
La causale è: commissione per bonifici.
Efficienza? Gli soverchiavano quindici centesimi, dopo tre anni? Non potevano chiudere la contabilità? Nessuno sorveglia la posta in uscita? E la emissione di un assegno, non genera altra contabilità? Si
capisce l’Abi, l’associazione delle banche, quando sostiene che le banche hanno
costi operativi troppo alti, che la redditività è un decimo di quelle francesi.
Roma e Lazio, le
società calcistiche, hanno già a Roma – potrebbero avere con un solo cenno –
uno stadio di proprietà, l’Olimpico e il Flaminio. Con molte infrastrutture
annesse per il merchandising. Ben serviti dai trasporti urbani. Centrali,
quindi utilizzabili nei giorni infra-partite. Ma non li vogliono: vogliono una
struttura nuova, fuori città: vogliono gli stadi per “valorizzare” certe aree, con
grosse cubature, lasciando le spese di urbanizzazione alla municipalità.
Si abbattono pini centenari
o poco meno lungo la via Appia a Roma per costruire una pista ciclabile. Nel quando
di un progetto di “Riqualificazione”. Che è invece una lunga catena di appalti,
che la sindaca Raggi deve affidare a ditte “specializzate”, cioè amiche dei 5
Stelle. Che non hanno nulla a che vedere con la mobilità, né naturalmente con la
riqualificazione – non si “riqualifica” eliminando la vegetazione.
Da quando è a
proprietà cinese niente più funziona in Wind – ex Infostrada ora WindTre. Né l’assistenza,
delocalizzata in Albania, liquidando i vecchi Infostrada-Enel. Né l’amministrazione,
che fattura a caso, non molto, un euro-due in più sullo stesso canone ogni paio
di bollette. Né il servizio tecnico: il cellulare è più volte nella giornata
offline, il fisso-internet senza linea. Prendi i soldi e scappa è la ricetta
asiatica, già coreana, ora cinese.
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