sabato 21 novembre 2020

Comica cosmologica, evolutiva

Dopo quasi mezzo secolo – le comiche cosmiche sono state pubblicate nel 1965, era lecito ancora in Italia fantasticare, sulle ali del boom, quel miracolo mai visto prima nella lunga storia, prima del tutto politico, o  Sessantotto -  durano. Le storie fantascientifiche del signor Qfwfq non appassionano - lo scrittore non vuole, s’interpone e lo strattona a ogni piega, il lettore non deve immedesimarsi, vuole fare un racconto o romanzo contro il racconto o romanzo, e la chiama operazione verità - ma incuriosiscono. Per il misto di scienza e fantasia che di Calvino sarà il trademark - sia pure sullo stimolo di una immagine, come racconterà da ultimo agli studenti americani (qui Popeye, Grandville e Sebastian Matta, assieme, in ordine). Consentendogli finalmente di evadere dal mondo reale che lo opprimeva – non lo opprimeva, ma lo respingeva, lo faceva assente, lontano. Un “disimpegno” che all’epoca poteva costargli caro, ma che riuscì a imporre, non facendosi atterrare dalle critiche – l’anteprima del libro uscì su “la Fiera Letteraria”, settimanale conservatore. Grazie al pubblico che aveva fidelizzato con la raccolta delle fiabe e con “Marcovaldo”, e soprattutto, dieci anni prima, con la trilogia “I nostri antenati”.
L’immaginazione qui Calvino dispiega, in forma di apologo, in una fantasmagoria geologica e animale che tutto si permette. Avendo l’evoluzione proceduto come le è parso, di fatto senza regole né modelli. Per cui anche il signor Qfwfq può essere stato un dinosauro, come pretende, al capitolo apposito. Erano intelligentoni, anche loro come già i molluschi.
Una divagazione. Che però scorre come una presa in giro dei principi di Sir George H. Darwin, richiamato alla prima riga – che naturalmente non è “il” Darwin (è il figlio, uno dei dieci): una comica, cosmologica.
Italo Calvino, Le cosmicomiche, la Repubblica-Sorrisi e canzoni tv, pp. 187 € 9,90

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