lunedì 9 novembre 2020

Cronache dell’altro mondo – classista (77)

Trump aveva avuto 63 milioni di voti nel 2016, a sorpresa. Ne ha avuti 70,3 milioni ora. Voti di bisogno.
Ha vinto Biden, Democratico, nelle aree più ricche e snob del Paese, da Filadelfia al New England e negli Stati, pochi, e le città affluenti, Colorado, California, Arizona, dove la marijuana è libera e gli sciacquoni sono due, uno per la pipì e uno per la cacca, segno di impegno ecologico. Si vede rossa, cioè trumpiana, tre quarti della superficie degli Stati Uniti nelle immagini in tv.
Dice candido David Leavitt ad Andrea Marinelli sul “Corriere della sera” da Gainesville, dove insegna all’università della Florida: “Quella dove abito è una contea blu circondata da un mare rosso: noi abbiamo un’università, ospedali, compagnie tecnologiche, nelle loro ci sono quasi soltanto agricoltura e prigioni” – nelle loro contee,  abitate da “uomini bianchi e arrabbiati, che soffrono psicologicamente e fisicamente, spesso dipendenti da oppioidi e alcol”.
Negli anni di Obama, o della recessione post-crisi bancaria, i poveri negli Stati Uniti sono passati dai 36 milioni del 2008  a 46 nel 2010-2013, e quasi 47 nel 2014-2015. Sono scesi a 37,5 milioni nel 2019. Un americano su nove-dieci vive al di sotto della “linea di povertà” – che è elevata per gli standard europei, 25.465 dollari per una famiglia con due adulti e due figli, ma si confronta a un costo della vita più elevato.

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