martedì 3 novembre 2020

Ecobusiness

Le sneakers, scarpe di plastica obbligate, un  must, irreparabili, irriciclabili, un paio a ogni stagione, quest’anno bianche, in allegria, costosissime pretendendosi cheap.
La macchina king size il suv, o che gli somigli - gonfia. Una moltiplicazione di acciaio e plastiche per singola unità. Senza utilità ma di bella figura. Che i garage e le strade rimpicciolisce. Pesante il doppio del necessario, che i consumi raddoppia.
La macchina. Una per ogni adulto con patente. A Roma, per dire, 1,8 milioni di auto circolanti per 2,9 milioni di residenti.
Mandare le lavatrici domestiche in continuo. Per una migliore igiene. Due, tre e quattro volte al giorno. Con consumi iper di elettricità. Con detersivi biodegradabili che intasano gli scarichi – immaginarsi le fogne.
Il business delle pale eoliche. Strutture di acciaio ingombranti, e irrecuperabili, sia le pale che le turbine. Massimo inquinatore visivo e acustico. Di bassissima produttività. Per la velocità costante del vento in Italia collocabili solo nelle isole e nelle zone costiere – o su displuvi. Ma il business è redditizio degli “oneri di sistema” che gli utenti pagano in bolletta per le fonti di energia non-oil – l’affare più redditizio e meno impegnativo, dal punto di vista finanziario e della manutenzione, un cash-dispenser per i profittatori del regime eco (con qualche aderenza a Terna e\o ai governi regionali che hanno la privativa delle licenze: l’utile grasso basta per dividere con chiunque).

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