Gotham City e l’America 2020
Rivisto, dopo questo 2020 negli
Usa, sembra raccontare in anticipo quanto è successo poi in America, con le
morti degli afroamericani nelle mani della polizia e le sommosse di piazza. È anche una parabola del male che
viene dal bene. Che si impone come bene: la rivolta dei joker.
Un film che si conferma scorrettissimo, politicamente. E ciò malgrado di enorme successo di pubblico, a conferma che il cosiddetto populismo ha qualche ragione - il film è anche premiato dalla critica, seppure a disagio. Joker, una vittima, può
assassinare ridendo. La folla dei joker pure, che assassina i poliziotti per
divertimento, ma non è vittima, non sappiamo, e solo si diverte, per imitazione. In una Gotham City stranamente da cronaca, non da fantasy. Nell’America
cioè reduce da una guerra civile strisciante – “reduce” supponendo che il voto
presidenziale l’abbia chiusa, ha chiuso la guerra civile.
Un soggetto che è il cardine del populismo: il rifiuto umano - della società, della famiglia, della buona salute - condannato a ogni piega del racconto alla emarginazione si fa giustizia. Senza giustizia, di furia, ridendo. Uno che pure non chiedeva tanto, giusto far ridere, da pagliaccio. Un’impressione di forza, di violenza, accentuata dalla carica
densa del film: nella sceneggiatura, nelle immagini, nella tensione ritmica
infernale – non ci si salva da una guerra civile, dissolvendosi in essa la
distinzione tra male e bene, torto e diritto, giusto e ingiusto.
Todd Phillips, Joker, Sky
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