domenica 15 novembre 2020

Gotham City e l’America 2020

Rivisto, dopo questo 2020 negli Usa, sembra raccontare in anticipo quanto è successo poi in America, con le morti degli afroamericani nelle mani della polizia e le sommosse di piazza. È anche una parabola del male che viene dal bene. Che si impone come bene: la rivolta dei joker.
Un film che si conferma scorrettissimo, politicamente. E ciò malgrado di enorme successo di pubblico, a conferma che il cosiddetto populismo ha qualche ragione - il film è anche premiato dalla critica, seppure a disagio. Joker, una vittima, può assassinare ridendo. La folla dei joker pure, che assassina i poliziotti per divertimento, ma non è vittima, non sappiamo, e solo si diverte, per imitazione. In una Gotham City stranamente da cronaca, non da fantasy. Nell’America cioè reduce da una guerra civile strisciante – “reduce” supponendo che il voto presidenziale l’abbia chiusa, ha chiuso la guerra civile.
Un soggetto che è il cardine del populismo: il rifiuto umano - della società, della famiglia, della buona salute - condannato a ogni piega del racconto alla emarginazione si fa giustizia. Senza giustizia, di furia, ridendo. Uno che pure non chiedeva tanto, giusto far ridere, da pagliaccio. Un’impressione di forza, di violenza, accentuata dalla carica densa del film: nella sceneggiatura, nelle immagini, nella tensione ritmica infernale – non ci si salva da una guerra civile, dissolvendosi in essa la distinzione tra male e bene, torto e diritto, giusto e ingiusto.
Todd Phillips, Joker, Sky

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