Il Grande Bancomat Sanità
Fa macelli il covid-19 dove più
forte e anzi dominante è la sanità privata, a partire dalla Lombardia, col
Veneto e il Piemonte – il coinvolgimento dell’Emilia in primavera avvenne per ragioni
di confine. Una sanità che prospera senza responsabilità pubbliche, garantendo
servizi soprattutto alberghieri – quando c’è l’urgenza, o il caso difficile, o
l’epidemia, questi si lasciano al pubblico. Ma con entrate garantire dal
pubblico, a convenzioni convenienti.
Il sistema sanitario è diventato
in Italia largamente privato. Ma di un privato saprofita, a spese doppiamente
del pubblico: per le convenzioni generose, e come pubblico
pagante, attraverso le assicurazioni private, onerosissime, e di tasca propria,
ad abbattimento fiscale irrisorio - offensivo. Un settore ricco, per chi lo
gestisce, e ricchissimo, facile, anzi protetto.
La regionalizzazione della
sanità, che non ha nessun beneficio per gli utenti e per il sistema (una
moltiplicazione di burocrazie), è stata voluta e si è realizzata, con impegno congiunto
della Lega e dell’Ulivo oggi Pd, a questo fine: garantire i privati attraverso
il condizionamento della politica locale. Un traffico di influenze gigantesco,
altro che il concorso esterno in associazione mafiosa su cui si gingillano i
Carabinieri. E di corruzione, occulta e
anche palese. Gli scandali denunciati a Milano, a carico di Formigoni o di magnati
del business, è solo la punta di un
iceberg enorme, che stranamente non si rileva. Né fanno scandalo le trasmigrazioni
costanti di manager dal privato al pubblico e viceversa.
La sanità privata è il settore più
redditizio in Italia. Che si è svìluppato in pochi anni. Per collusioni
politiche evidenti, di destra e di sinistra - il più grande gruppo lombardo e
italiano del settore, Rotelli, è stato sviluppato da un impiegato Asl col
concorso del banchiere Bazoli, sinistra Dc (ne fece pure il frontman per il controllo del “Corriere
della sera” dal 2006 al 2016).
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