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L’emigrazione, l’avventura
Un repertorio delle dimensioni e i
problemi dell’immigrazione italiana dall’unità a oggi, ricostruita con articoli
e saggi pubblicati sulla stampa di tutto
mondo dove gli italiani sono emigrati, corredati da una vasta galleria
di foto d’epoca. Una storia non felice, anzi specialmente dura.
L’emigrazione è una scommessa, in
un orizzonte di speranza – quanti non sono emigrati, nella stessa stabile
Europa ora ricca, da una città o una regione a un’altra, tra mondi diversi
seppure della stessa lingua? Un segno di vitalità, comunque di iniziativa
personale. Per quanto ardue possano essere le sue condizioni, anzi tanto più.
L’emigrazione è stata per quasi
un secolo transoceanica, e in lingue e mondi diversi e alieni. Ma la difficoltà
è parte dell’atto di coraggio. La durezza viene dallo sfruttamento. Che, non si
penserebbe, ma la raccolta testimonia opera per lo più di connazionali. I
“padroni”, oggi “caporali”, che condizionavano l’accesso al lavoro, le paghe, la
sussistenza (casa, cibo). I “reclutatori”, soprattutto di bambini, nelle campagne
remote e misere, del Sud prevalentemente: di bambini “comprati” per poche lire
da adibire ai commerci non remunerati e alla piccola delinquenza nelle città e
oltremare. Le mafie. Il linciaggio di New Orleans nel 1891, la caccia
all’italiano che la raccolta documenta per prima, in apertura, fu la giustizia
popolare contro la banda uscita vincente in una guerra di mafia, che in questa
guerra aveva ucciso il capo della polizia, e poi si era fatta assolvere da una
giuria da essa prezzolata – una mafia strapotente, a New Orleans, nel 1891: la
folla che li assaltò nella prigione, e poi con una ricerca tignosa nei loro
vari nascondigli in città, era capitanata dal Procuratore Capo.
Una rassegna delle tante emigrazioni,
diverse per tempi e, di più, per destinazione. Le destinazioni di diritto inglese,
in Gran Bretagna (molti in Scozia…) e nel Commonwealth (Australia, Canada), si
caratterizzano per l’accettazione di diritto e di fatto, e una assimilazione
rapida. Col “pesce fritto e i gelati” a Dundee, italiani, nel 1928 – o il caffè
napoletano, si può testimoniare per esperienza, a Inverness, estremo Nord della
Scozia, nel 1960. Gli alti e bassi in Francia, terra di accoglienza e di rifiuto,
con la tragedia di Aigues-Mortes, a Ferragosto del 1893, contro gli italiani che
abbassavano le paghe nelle saline (mancano le restrizioni, anche in regime di
Fronte Popolare, a metà degli anni 1930, che per molti aspetti anticipano le
difficoltà e incomprensioni odierne). Gli accordi postbellici, braccia in cambio
di carbone, o di petrolio, di cui non si sa che pensare. L’emigrazione così era
protetta, censita dai consolati, ma l’occupazione era nelle miniere,
dove registrò centinaia di morti. L’emigrazione tutto sommato felice in Sud
America, Brasile, e Argentina soprattutto, ma anche Venezuela e Perù, di immigrati
presto qualificati e integrati, presto spina dorsale della classe media locale,
di agricoltori, imprenditori, allevatori, professionisti.
In
cerca di fortuna,
Internazionale Storia, pp. 192, ill. € 14
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