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Misterioso Platone
“La pratica del testo filosofico,
dapprima nel contesto scolastico e poi nel percorso del singolo lettore, non
gode in Italia di particolare fortuna”. Nemmeno altrove veramente. La premessa
è sincera, ma tanto più suscita curiosità – perplessità – la promozione del
giornale attraverso un’antologia di filosofia. Il primo tassello di una vera e
propria storia e antologia della filosofia europea, che con cadenza settimanale,
per 45 uscite, un anno, arriverà fino a Deleuze. Una scommessa, un atto di
coraggio, un’imprudenza?
Distribuire gratuitamente 270 mila
copie, tante il “Corriere della sera” ne ha tirate oggi, di un’antologia di Platone
allargherà la platea dei lettori, o almeno la fidelizzerà, dopo anni ormai di
abbandoni? Oltre a essere opera promozionale, comunque benemerita, anche della
filosofia. O non si utilizza il quotidiano e l’edicola, per quanto entrambi in
crisi se non moribondi, per vendere libri a meno prezzo, sia pure indigesti
come possono essere quelli di filosofia? Il gadget
ha ucciso prima l’edicola e poi, in concorso con i social e la rete, il giornalismo.
Ma è un’opinione.
Un’antologia di Platone è semplice
e difficile. Semplice perché si può pescare in ben trentasei opere tramandate, corpus corposo, pur considerando che ha
vissuto in buona salute fino agli ottanta anni, e un lusso: ben 34 dialoghi
tramandati, più l’“Apologia di Socrate” e il volume delle lettere – prima di
Heidegger il corpus filosofico più
sostanzioso. Difficile perché il “padre della filosofia”, discepolo di Socrate il
saggio, maestro di Aristotele il logico, è - vuole essere - sfuggente. Discepolo,
oltre che di Socrate, anche di Cratilo (Eraclito) e di Ermogene (Parmenide). Contesta
i miti di cui abbondano Esiodo e Omero come “racconto del falso”. Ma di suo, postulando
correttamente la verità in movimento, la dialettica, fa un ricorso straordinario
al mito, in punti nevralgici del suo discorso. “Come un canale espressivo affine
all’oralità dei dialoghi, ma con la peculiarità di tradurre in immagini il
discorso articolato in concetti” (Radice) – tipo oggi la graphic novel.
Platone fra tutti si propone come
un ottimo inizio, popolare, stante l’esoterismo del suo insegnamento scritto. Non
nel senso della stranezza, ma della circolazione ristretta, orale, discutibile,
che riteneva l’unica buona, delle sue idee. Le quali, scritte, si fissano, pretendono
di fissarsi, con l’interminabile serqua dei cosa ha detto veramente Platone. Un
metodo buono anche per i semplici curiosi, non addetti: niente attrae più del
mistero.
Radice provvede un’ampia
introduzione alle tematiche di Paltone, e una nota biografica. L’antologia puntando
sull’“idea delle idee” - la parte forse meno attraente per un pubblico largo,
ma certo più onesta, platoniana: origine e carattere delle idee, Dio e il
mondo, la conoscenza, la natura umana, il principio oltre le idee. Quest’ultimo
ci rimane estraneo, perché non trasmissibile, non a giudizio del misterico Platone, non per iscritto. Ma non distante da concetto del Bene – e del Giusto
e del Bello – al vertice del mondo ideale. Il mondo delle idee e idealizzabile.
Consolante, forse.
Roberto Radice, Platone, Corriere della sera, pp. 206,
gratuito col quotidiano
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