martedì 24 novembre 2020

Misterioso Platone

“La pratica del testo filosofico, dapprima nel contesto scolastico e poi nel percorso del singolo lettore, non gode in Italia di particolare fortuna”. Nemmeno altrove veramente. La premessa è sincera, ma tanto più suscita curiosità – perplessità – la promozione del giornale attraverso un’antologia di filosofia. Il primo tassello di una vera e propria storia e antologia della filosofia europea, che con cadenza settimanale, per 45 uscite, un anno, arriverà fino a Deleuze. Una scommessa, un atto di coraggio, un’imprudenza?
Distribuire gratuitamente 270 mila copie, tante il “Corriere della sera” ne ha tirate oggi, di un’antologia di Platone allargherà la platea dei lettori, o almeno la fidelizzerà, dopo anni ormai di abbandoni? Oltre a essere opera promozionale, comunque benemerita, anche della filosofia. O non si utilizza il quotidiano e l’edicola, per quanto entrambi in crisi se non moribondi, per vendere libri a meno prezzo, sia pure indigesti come possono essere quelli di filosofia? Il gadget ha ucciso prima l’edicola e poi, in concorso con i social e la rete, il giornalismo. Ma è un’opinione.
Un’antologia di Platone è semplice e difficile. Semplice perché si può pescare in ben trentasei opere tramandate, corpus corposo, pur considerando che ha vissuto in buona salute fino agli ottanta anni, e un lusso: ben 34 dialoghi tramandati, più l’“Apologia di Socrate” e il volume delle lettere – prima di Heidegger il corpus filosofico più sostanzioso. Difficile perché il “padre della filosofia”, discepolo di Socrate il saggio, maestro di Aristotele il logico, è - vuole essere - sfuggente. Discepolo, oltre che di Socrate, anche di Cratilo (Eraclito) e di Ermogene (Parmenide). Contesta i miti di cui abbondano Esiodo e Omero come “racconto del falso”. Ma di suo, postulando correttamente la verità in movimento, la dialettica, fa un ricorso straordinario al mito, in punti nevralgici del suo discorso. “Come un canale espressivo affine all’oralità dei dialoghi, ma con la peculiarità di tradurre in immagini il discorso articolato in concetti” (Radice) – tipo oggi la graphic novel.
Platone fra tutti si propone come un ottimo inizio, popolare, stante l’esoterismo del suo insegnamento scritto. Non nel senso della stranezza, ma della circolazione ristretta, orale, discutibile, che riteneva l’unica buona, delle sue idee. Le quali, scritte, si fissano, pretendono di fissarsi, con l’interminabile serqua dei cosa ha detto veramente Platone. Un metodo buono anche per i semplici curiosi, non addetti: niente attrae più del mistero.
Radice provvede un’ampia introduzione alle tematiche di Paltone, e una nota biografica. L’antologia puntando sull’“idea delle idee” - la parte forse meno attraente per un pubblico largo, ma certo più onesta, platoniana: origine e carattere delle idee, Dio e il mondo, la conoscenza, la natura umana, il principio oltre le idee. Quest’ultimo ci rimane estraneo, perché non trasmissibile, non a giudizio del misterico Platone, non per iscritto. Ma non distante da concetto del Bene – e del Giusto e del Bello – al vertice del mondo ideale. Il mondo delle idee e idealizzabile. Consolante, forse.    
Roberto Radice,
Platone, Corriere della sera, pp. 206, gratuito col quotidiano

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