sabato 28 novembre 2020

Secondi pensieri - 435

zeulig

Auschwitz - Il silenzio di Dio Camus l’aveva sentito nel 1944, nel “Malinteso”. Era nell’aria, non si può darne colpa ai tedeschi?
 
Dio – Indubbiamente è la causa di più atrocità e morti al mondo dacché il mondo esiste, di morti precoci, assassine, in massa, innocenti – la statistica è impossibile, ma non c’è paragone tra il nome di Dio e altri nomi o cause di morti e conflitti. Senza sua colpa, chi lo sa, sono gli uomini che hanno ucciso e uccidono in nome suo, ma c’è altro Dio?
 
Imagine there is no heaven” è John Lennon di cui si ricorda la morte, giusto il cielo sopra di noi, e niente inferni là sotto. E anche “immagina non ci siano nazioni”, e niente religioni, né “possessions”, né bisogni, non bisogni non soddisfatti. Tutto questo sarebbe possibile, perché no, ma senza paradiso? Altrimenti sarebbe tutto inferno, seppure senza nome, già a partire da oggi qui. L’ateo riflessivo – che riflette sull’ateismo – se ne immagina uno di arcobaleni e prati verdi. Dio, al fondo, resta una consolazione – che è parte della logica.
 
Filosofia tedesca - Si può leggere Wittgenstein (“Philosophische Untersuchungen”) e non trovare mai un riferimento tedesco. Si dice che venisse da Schopenhauer, ma è l’esatto opposto.
Si può leggere Anscombe, seicento pagine di Anscombe, e non imbattersi in un tedesco. Un paio di righe al più per Kant, ma niente Hegel, Schopenhauer, l’onnipresente Nietzsche. L’analitica è tosta, ma è filosofia, e non si incontrano i poderosi filosofi dell’essere e della storia, gli ordinatori, i sistemisti, tutti risolutori – roba da Marvel, Eroicomics. E le facili sorprese dei rovesciamenti – la dialettica come egualizzatrice: la vita è la morte, l’amore è l’odio, la passione è dolore, la vitalità inganno e allucinazione – e Sofia Loren Tina Pica?
 
Heidegger – Il nichilista di riporto Sartre alla fine ha trovato l’esserci delle cose, il Roquentin della sua “Nausea” lo trova, nelle radici di un castagno ai giardinetti – ma come avrà fatto a vederle, il castagno ha radici a fittone, non si sarà trattato di un pioppo, un platano, un ippocastano?
 
Lettura – “Un’amicizia pura e calma” è una delle tante definizioni che Proust ne dà – questa in “Journées de lecture”, 66. Con la virtù del silenzio – l’amicizia non ha bisogno di dichiararsi.
 
Mercato – È il regime dell’incertezza. Si dice della sfida, ma è un gioco aperto, in campo libero, senza avversari, o allora tutti avversari – senza un avversario diretto, né una disciplina o un torneo regolati.
È un gioco per eccellenze, non di massa. Le masse sono necessarie al mercato, ma come subordinate – anche carne da macello.
 
Si vuole il mercato egualizzatore delle opportunità – l’egualizzatore migliore possibile. Ma si basa sugli hedge funds, speculazioni che intendono annullare il rischio moltiplicando i rischi. Basati cioè sulla moltiplicazione dell’incertezza. Che senso ha la moltiplicazione della ricchezza mondiale che
è un gioco di specchi? La razionalità della confusione.
 
Risparmio – Risparmiare ha una duplice funzione: mettere fieno in cascina per l’inverno (il futuro incerto) e accumulare (per orgoglio, potere, ostensione, o per la famiglia, stante il diritto all’eredità). Questa seconda funzione attiva oggi un po’ meno, in epoca di singletudine, e d’incertezza costituiva nel regime del mercato – il mercato è il regime dell’incertezza. Ma per questo stesso motivo più attivo nella prima funzione, anche se con scarso beneficio o addirittura, oggi, a un costo – si risparmia in perdita. L’alternativa è il consumo, stigma sociale e di beneficio incerto, anche in temperie edonista, epicurea.  Le società progrediscono (accrescono, migliorano, egualizzano) nell’equilibrio tra risparmio e consumo.
Oggi il risparmio in Italia (liquidità) supera il valore della produzione annuale, e questo è un indicatore dissolutore: espressione e fattore d’incertezza, una spirale negativa. Analogo lo squilibro sul debito. Il debito mondiale oggi è calcolato nel 365 per cento del pil mondiale, tre volte e mezzo la ricchezza prodotta. Praticamente impagabile. Il costo annuo di questo debito erode quote crescenti, presto insostenibili, del pil stesso, della ricchezza che si riesce ancor a promuovere. Un’economia senza senso, poiché non ha basi. Del tipo che una volta – ancora ieri – si programmava col retropensiero che qualcuno avrebbe pagato che non siamo noi. Ma ora che è così sovrabbondante?
 
La “teoria monetaria moderna” vuole il debito pubblico un non debito: gli Stati non possono diventare insolventi sul debito da loro emesso nella loro valuta. E che potrebbe finire nell’inflazione. Se non che l’inflazione, la perdita di valore della moneta che lo Stato liberamente emette, azzera il debito ma anche i crediti. Che per la massa dei suoi cittadini sono il risparmio.
C’è una che d’irragionevole nella logica dell’economia lasciata a se stessa – “triste scienza” – quando opera su presupposti sbagliati, oggi il liberismo. Che la libertà, anche di stampare moneta, vuole illimitabile. Non c’è mai stata accumulazione – accrescimento della ricchezza – senza risparmio – rinuncia oggi al consumo, alla spesa. In tuta la storia, di tutte le civiltà. E più per quelle ostensive, basate sul grandioso, il ricco, il lussuoso, il raro – anche se i valori di scarsità sono soggettivi.
 
Sentimenti  - La compassione è rimessa in circolo dal papa, la consolazione è terra incognita, “l’immaginazione per una teoria delle emozioni” è scarna riflessione, la prima delle tante, di Sartre al debutto. L’“altra conoscenza” è ferma a Adam Smith – anche a Kant, ma Smith è più preciso. Oggi si ricompatta sotto il termine frusto di “empatia”. Una volgarizzazione che fa letame dei sforzi cognitivi in materia di Husserl e della sua allieva Edith Stein - oggi santa, patrona d’Europa, con Caterina da Sema e Brigida di Svezia. Delle riflessioni già avanzate ma presto interrotte sull’Einfühlung, il potenziale comunicativo, il pensiero che non pensa. Il complesso di sentimenti, risentimenti, eredità linguistiche che fanno la vita di relazione. Memoria, radicamento, sensibilità, fantasia – “un’esperienza vissuta originaria, la quale non è stata vissuta da me, e tuttavia si annunzia in me”, E. Stein.   
 

Storia – È anche una furbata. Heine dice “lo storiografo, il profeta retrospettivo”. La storia è la scienza di ricostruire il passato, su fondamenta profetiche.
 
SS – Un corpo religioso? “Simili formazioni procedono necessariamente da un’ispirazione religiosa” - spiegava Simone Weil nel 1942 al generale de Gaulle proponendo le “infermiere di prima linea” - le SS con l’“eroismo della brutalità”, come i parà e gli altri gruppi scelti di Hitler: “Non nel senso dell’adesione a una Chiesa determinata, in un senso assai più difficile da definire ma al quale solo questa parola è adatta. Ci sono circostanze in cui tale ispirazione costituisce un fattore di vittoria più rilevante di quelli militari in senso stretto”. Hitler vinceva perché sapeva quanto il fattore morale è decisivo nella guerra ideologica: “Non che l’hitlerismo meriti il nome di religione. Ma è senza dubbio un surrogato di religione, e questa è una delle cause principali della sua forza”. Avere soldati “animati da una diversa ispirazione rispetto alla massa dell’esercito, un’ispirazione che somiglia a una fede”.

zeulig@antiit.eu

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