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Anche il virus è nordico
Il covid-19 (infezione polmonare) è nordico?
Non si dice – non si può dire? - ma è l’evidenza.
Nel bilancio dei decessi per covid-19 al 16
dicembre, stilato dall’Istituto Superiore di Sanità, il 65,2 per cento dei
pazienti deceduti come Sars-Cov-2 positivi (41.413 su 63.562) è registrato in
Lombardia, Veneto, Piemonte e Emilia-Romagna. Con pesi diversi per le quattro
regioni, ma con percentuali totali analoghe nelle tre fasi della pandemia come
registrate dall’Iss, marzo-maggio, giugno-settembre, ottobre-15 dicembre – solo
nella terza fase la percentuale è leggermente minore, 49,5
In alternativa a una predisposizione locale
(climatica, territoriale, edilizia, urbanistica, alimentare, di stile di vita),
si può spiegare la concentrazione di contagi e decessi con una disarticolazione
del sistema sanitario, di prevenzione e cura. È possibile: sono le regioni, la “rossa” Emilia-Romagna compresa, dove il
privato è stato privilegiato nella spesa per la salute. Ma le statistiche delle
morti per tubercolosi, ancora negli anni tra le due guerre, danno le stesse
regioni quelle più colpite – insieme con le province di Nuoro e Brindisi.
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