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Armi spuntate a Teheran
L’uccisione dell’ing.Fakhrizadeh è un “avvertimento”
di Nethanyahu a Biden? È la sola conclusione, seppure in forma interrogativa, cui
è arrivata la Farnesina, di concerto con le altre cancellerie europee. Pochi o
nulli i timori per la minacciata rappresaglia iraniana. La rappresaglia non si
è avuta per l’uccisione del generale Suleimani, ben più drammatica, non la si
aspetta per il direttore del programma nucleare di Teheran, di cui gli ayatollah
non sanno nemmeno spiegare le modalità dell’uccisione, malgrado le minacce
solenni di vendetta.
In Libano l’organizzazione sciita filoiraniana
degli Hezbollah, in altri tempi una spina nel fianco di Israele, è sulla
difensiva, per i disastri provocati dai suoi governi, su iniziativa delle forze
sunnite e cristiane. In Europa, la rete dei killer iraniani è ovunque
sotto processo dopo le tante morti tra le fila dell’opposizione agli ayatollah.
L’uccisione dell’ing. Fakhrizadeh,
indubbiamente per mano israeliana, anche se non rivendicata, viene spiegata
come un altolà all’amministrazione entrante Biden in America. In particolare al
nuovo segretario di Stato Blinken. A Blinken Nethanyahu imputa la politica di appeasement verso l’Iran del secondo
mandato Obama, nella posizione, allora, di vice-segretario di Stato.
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