Il giovane Beethoven
Beethoven, sordo, bisbetico,
rivive in casa del fratello a Gneixendorf, dopo il tentato suicidio del nipote
Karl di cui è affidatario e a suo modo carnefice, la sua propria infanzia e
giovinezza a Bonn. Enfant prodige, del pianoforte e della
composizione, coltivato dal maestro di corte Neefe, protetto dal conte
Waldstein, e prima ancora dalla signora von Breuning, la cui figlia Leonore
sarà il suo unico amore, appassionato, condiviso infelice per differenza di
classe – nonché protagonista del “Fidelio”, l’unica sua opera, originariamente
a lei intitolata. Una stagione felice, malgrado le intemperanze del padre,
tenore di corte e ubriacone. E il regime paternalistico assolutista dei
principati tedeschi, che Beethoven contesta dalla più tenera età, libertario e
repubblicano convinto, dal suo primo mentore musicale, Tobias Pfeiffer - che
Niki Stein fa giovane repubblicano di grandi ideali, al punto da sfidare
l’Elettore di Colonia e andarsene, forse in America.
Il giovane cresce nel mito di
Mozart, che è anche quello del conte Waldstein. Che ai suoi diciassette anni
gli avrebbe procurato un incontro a Vienna col loro idolo, presso il quale lo
vedeva a scuola. Questo aneddoto forse non è vero, ma consente agli
sceneggiatori di presentare un altro Mozart: giovane maturo, aitante,
scapestrato. E una diversa Constanze, la giovane moglie che Mozart
trascura.
La rimemorazione si ferma al
1792, quando il conte Waldstein manda il ventiduenne compositore a Vienna,
raccomandandolo a Haydn, e prefigurandogli, con una lettera poi celebre, la
successione dell’idolatrato Mozart. Beethoven vecchio e sordo ha intanto
rifinito il suo ultimo quartetto, e lascia con Karl la casa di campagna per
consegnarlo all’editore a Vienna, ma s’infredda nel carrozzino scoperto sotto
la tormenta e muore.
La rimemorazione si ferma al
1792, quando il conte Waldstein manda il ventiduenne compositore a Vienna,
raccomandandolo a Haydn, e prefigurandogli, con una lettera poi celebre, la
successione dell’idolatrato Mozart. Beethoven vecchio e sordo ha intanto
rifinito il suo ultimo quartetto, e lascia con Karl la casa di campagna per
consegnarlo all’editore a Vienna, ma s’infredda nel carrozzino scoperto sotto
la tormenta e muore.
Un film diverso, fra i tanti su
Beethoven. Il compositore sordo e bisbetico è Tobias Moretti, il Richard Moser
del “Commissario Rex”. E Stein è soprattutto regista di moltissimi episodi
della serie gialla “Tatort”, che nel mercato tedescofono va in onda da
cinquant’anni (d a un paio danni alcuni episofi si programmano sul canale
Giallo. Ma questo è un film soprattutto musicale, anche se ben drammatizzato, in
oggi singolo episodio.
Un giovane Beethoven soprattutto
libertario, repubblicano. Per i 250 anni della nascita, uno dei pochi esiti
possibili dell’intenso programma di celebrazioni, in questa stagione sfortunata.
Niki Stein, Louis van Beethoven, Sky Cinema
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