Il libro è il mondo
“Io so bene che non è possibile
leggere tutti i libri che compro. Però continuo a comprarne. Compro il tempo
che non avrò”. La libridine trova una ragione. Che al librofago non interessa,
ma è ragione valida.
“I libri aspettano. Ci aspettano.
Intanto ci leggono”. Anche questo è vero.
E c’è “l’età dei libri”. Con una
sorpresa: il libro è già internettiano. Leggere è comunque “un compito profondamente
e inevitabilmente sociale. Leggendo, stiamo con gli altri lettori; creiamo una
società”, Gardini dà un’altra dimensione della lettura, che si connotava per
essere un atto individuale, solitario.
Finché si legge (si può
ipotizzare, non è fantascienza, che non si legga più), “sappiamo che altri
pensano e sentono”. Non necessariamente “come noi”, ma “sappiamo di non essere
soli”, Gutemberg ha già riunito (creato) un mondo, prima di McLuhan. Una
riflessione su fondo filosofico: “Non esiste solo l’io nell’io. Esiste in
ciascuno un «noi». I libri stanno per tale «noi». Sono il nostro «interiore»,
che ci accompagnerà sempre”. Magari non ce ne accorgiamo, ma sono all’opera:
“Comprare un libro è come dire al mondo: entra, sta’ con noi”.
Una serie di riflessioni di un saggista
che è un gran lettore, e bibliofilo. Garbate. Eccetto che per il consiglio di non prestare un libro. No, il libro è
anche condivisione, soprattutto condivisione. Con l’autore, col mondo, e quindi
con gli amici.
Nicola Gardini, Il libro è quella cosa, Garzanti, pp.
109 € 4,90
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