venerdì 25 dicembre 2020

Il libro è il mondo

“Io so bene che non è possibile leggere tutti i libri che compro. Però continuo a comprarne. Compro il tempo che non avrò”. La libridine trova una ragione. Che al librofago non interessa, ma è ragione valida.
“I libri aspettano. Ci aspettano. Intanto ci leggono”. Anche questo è vero.
E c’è “l’età dei libri”. Con una sorpresa: il libro è già internettiano. Leggere è comunque “un compito profondamente e inevitabilmente sociale. Leggendo, stiamo con gli altri lettori; creiamo una società”, Gardini dà un’altra dimensione della lettura, che si connotava per essere un atto individuale, solitario.
Finché si legge (si può ipotizzare, non è fantascienza, che non si legga più), “sappiamo che altri pensano e sentono”. Non necessariamente “come noi”, ma “sappiamo di non essere soli”, Gutemberg ha già riunito (creato) un mondo, prima di McLuhan. Una riflessione su fondo filosofico: “Non esiste solo l’io nell’io. Esiste in ciascuno un «noi». I libri stanno per tale «noi». Sono il nostro «interiore», che ci accompagnerà sempre”. Magari non ce ne accorgiamo, ma sono all’opera: “Comprare un libro è come dire al mondo: entra, sta’ con noi”.
Una serie di riflessioni di un saggista che è un gran lettore, e bibliofilo. Garbate. Eccetto che per il consiglio di non prestare un libro. No, il libro è anche condivisione, soprattutto condivisione. Con l’autore, col mondo, e quindi con gli amici.   
Nicola Gardini,
Il libro è quella cosa, Garzanti, pp. 109 € 4,90

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