mercoledì 2 dicembre 2020

Il salto nel buio - lo strano caso di Unicredit

Si  dice che i grandi azionisti Unicredit erano scontenti del pay-back, non sufficientemente remunerativo, a partire dalla quotazione in Borsa. Perché, la quotazione dopo Mustier è migliorata – ha perso il 5 per cento il primo giorno, l’8 il secondo? Non volevano, si dice, fanno dire, una presenza più marcata in Germania. Che è la ragion per le quale, spiega Mediobanca, le banche francesi guardano a Unicredit come preda, per entrare nel mercato tedesco. Volevano, si dice anche, dividendi più sostanziosi, e ora non avranno nulla, nemmeno uno di consolazione. Mentre erano al sicuro dalle rischiose avventure M&A, fusioni e acquisizioni, tipo il Monte dei Paschi di  Siena, e ora vi saranno costretti.
La vicenda sembra insensata, ma evidentemente non lo è. Gli azionisti passano da una banca prospera, con l’annuncio di dividendi, e di un solido buy-back, al nulla – all’ipotesi che Unicredit sia vittima di una banca francese. Qual è la ratio  di questo “imbroglio”? L’unica spiegazione è politica, la “vecchia politica” che non si peritava di distruggere pur di comandare. Qui rappresentata dal dominus  dell’operazione, il vice-presidente Lamberto Andreotti, il figlio, per conto delle fondazioni ex casse di risparmio che lo hanno nominato, il quale ha portato dentro Padoan, l’ex ministro del Tesoro di Renzi. Non è bastata, si vede, la rovina di Mps, quella delle banche venete, quella di banca Etruria, Marche, Chieti e Ferrara.

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