Il salto nel buio - lo strano caso di Unicredit
Si dice che i grandi azionisti Unicredit erano scontenti
del pay-back, non sufficientemente remunerativo, a partire dalla quotazione in
Borsa. Perché, la quotazione dopo Mustier è migliorata – ha perso il 5 per
cento il primo giorno, l’8 il secondo? Non volevano, si dice, fanno dire, una
presenza più marcata in Germania. Che è la ragion per le quale, spiega
Mediobanca, le banche francesi guardano a Unicredit come preda, per entrare nel
mercato tedesco. Volevano, si dice
anche, dividendi più sostanziosi, e ora non avranno nulla, nemmeno uno di
consolazione. Mentre erano al sicuro dalle rischiose avventure M&A, fusioni
e acquisizioni, tipo il Monte dei Paschi di Siena, e ora vi saranno
costretti.
La
vicenda sembra insensata, ma evidentemente non lo è. Gli azionisti passano da
una banca prospera, con l’annuncio di dividendi, e di un solido buy-back, al nulla
– all’ipotesi che Unicredit sia vittima di una banca francese. Qual è la ratio di questo “imbroglio”? L’unica spiegazione è
politica, la “vecchia politica” che non si peritava di distruggere pur di
comandare. Qui rappresentata dal dominus dell’operazione, il vice-presidente Lamberto
Andreotti, il figlio, per conto delle fondazioni ex casse di risparmio che lo
hanno nominato, il quale ha portato dentro Padoan, l’ex ministro del Tesoro di
Renzi. Non è bastata, si vede, la rovina di Mps, quella delle banche venete,
quella di banca Etruria, Marche, Chieti e Ferrara.
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