La scoperta della mafia
Finalmente un film vero sulla mafia.
Sulla barbarie, la stupidità, la bassezza della mafia in Sicilia negli ultimi
trent’anni del Novecento. Un film documentario, con pochi fronzoli sulle
sceneggiate di contorno, ma potente, per montaggio, e immagini e audio d’epoca.
Con le testimonianze dal vivo delle giudici popolari che Angela Finocchiaro
riassume nel docufilm: Teresa Cerniglia, Maddalena Cucchiara, Francesca Vitale –
più Mario Lombardo, uno dei giurati. E i giudici del processo, Giordano, Grasso
e Ayala.
Un film vero perché centrato finalmente
sul “noi e loro”, com’è giusto, di siciliani che giudicano e condannano,
inorriditi, altri siciliani. Per il diritto, e per rendere giustizia alle centinaia
di servitori dello Stato trucidati, alle migliaia di mafiosi (e non mafiosi)
vittime della mafia. Dei terribili anni 1970-1980.
Un capolavoro. Che pochi hanno
visto. Poco promosso, è vero, ma le cifre della audience sono misere: 3,4 milioni di spettatori– che si penserebbero
molti ma non per Rai 1: sono un terzo degli spettatori di un Montalbano sulla
stessa rete. Non piace la mafia così com’è, trucida – è la colpa dell’antimafia,
che l’ha magnificata.
Francesco Micciché, Io, un giudice popolare al maxiprocesso,
Rai 1
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