letterautore
Guido Cavalcanti – Nel 1284
o 1285, consigliere al Comune di Firenze, in compagnia di Brunetto Latini e dello
storico Dino Compagni, fece il pellegrinaggio di Santiago de Compostela:
Compagnai lo ha annotato nella sua “Cronica”. La notizia più sicura della vita
di Cavalcanti è trascurata da suoi maggiori studiosi – ultimi, nel primo
Novecento, Ezra Pound, Contini e Praz – che lo vogliono invece, trasgressivo e
anche bestemmiatore, ateo. Ateo nella Firenze di Dante?
Allo
stesso modo, forse di una filologia che si vuole astratta dalla storia, si trascura
l’esilio inflitto a Cavalcanti nel 1300 (dal quale ritornò a Firenze dopo meno
di due mesi morente, di soli 42 anni) nel tentativo di pacificazione tra le famiglie
Cerchi e Donati, ossia tra i Bianchi e i Neri. Quindi a opera anche di Compagni
e Dante, entrambi impegnati nella pacificazione – Dante per di più in quanto
uno dei “priori” della città..
Corazzata
Potëmkin –Il
film di Ejzenštejn, 1925, fu proibito in Francia, oltre che in Italia, fino a
dopo la guerra.
Dante –
Giuliano Vigini conta su “La Lettura” per il settecentenario di Dante la
disponibilità “in commercio” di 136 edizioni della “Commedia”, “tra i 7 e i 10
euro”. Più le “già annunziare edizioni d’arte e di pregio, dai 200 euro in su,
per studiosi, amatori e collezionisti”. Sono anche disponibili “80 saggi,
biografie, indagini, agende letterarie” – “senza contare quello che uscirà in
edicola, come allegati a giornali e riviste”.
Heidegger –
Sartre o ha letto tardi, durante la guerra, nel campo di prigionia, come regalo
dei carcerieri. Così egli stesso lo racconta a Simone de Beauvoir nelle lunghe
- occupazione delle vacanze di agosto a Roma -
“Conversazioni con Jean-Paul Sartre”: “”Non so perché nel campo di
prigionia i Tedeschi mi hanno regalato Heidegger; resta un mistero per me”. “Come
ha fatto?” chiede Simone de Beauvoir. “Durante la prigionia ho risposto a un
ufficiale tedesco, che mi chiedeva cosa mi mancava: Heidegger”. “Forse perché Heidegger era ben visto dal regime…”,
opina SdB. “Forse. In ogni caso me l’hanno dato. Un grosso volume, che costa
caro. È strano, perché non eravamo trattati con i guanti”. “Sì, certo”, dice
SdB, “la cosa resta un po’ misteriosa. Comunque, avete letto allora Heidegger”.
“Ho letto Heidegger mentre ero in campo di prigionia. L’ho capito d’altronde
attraverso Husserl molto più che in sé stesso. L’avevo letto anche un po’ nel
‘36”, quando Sartre passò un anno a Berlino, per studiarvi la filosofia, mentre
scriveva “La nausea”.
Ivan il Terribile - Ce ne sono due: il primo fu
negativo, il secondo positivo, il tiranno è illuminato. Tutt’e due dello stesso
regista, Ejzenštejn. La verità può essere doppia.
Montalbano
– È uno sceriffo, da film western: Alberto
Sironi “fu lui a volere Zingaretti”, spiega a Valerio Cappelli Carlo Sironi, figlio
di Alberto, il creatore di Montalbano al cinema: “Riusciva a creare
un’atmosfera da film western, Montalbano è lo sceriffo”.
Polentoni
–
Erano i Cartaginesi per i Romani. Che così li chiamavano (p.es. nel “Poenulus”,
la commedia di Plauto sul ragazzo cartaginese rapito): “Pultiphagonides”,
mangiatori di polenta.
Lo stesso termine, pultiphagonides, o pultiphagus,
che traduce “mangiapolenta”, il Mariotti registra come “scherzoso per romano”,
sull’autorità di Pl., cioè di Plauto – non ha letto bene la commedia?
Salò-Sade – Il
film di Pasolini è parlato come Baudelaire, tra una violenza e l’altra. Un
omaggio? Un
oltraggio? Baudelaire scoperto a cinquant’anni invece che a quindici?
Sogno – Nerval
ha “i sogni venuti dalla porta d’avorio”. Che sono i sogni “vani” dell’“Odissea”,
al canto XIC, 562-567: i sogni passano da due porte, le porte d’avorio quando
sono ingannatori, le porte di corno quando “la verità li incorona”, ma entrambe
“inconsistenti”, come sono i sogni . Nella versione di Rosa Calzecchi Onesti: “Due
son le porte dei sogni inconsistenti,\ una ha battenti di corso, l’altra d’avorio:\
quelli che vengono fuori dal candido avorio\ avvolgon d’inganni la mente, parole vane
portando;\ quelli invece che escon fuori dal lucido corno,\ verità li incorona,
se un mortale li vede”.
È un rebus secondo Calvino, “Le città invisibili”: “Il sogno più
inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura”.
Storia – “L’io non soggiorna più nella
storia, è la storia, oggi, a soggiornare nell’io”, Ingeborg Bachmann? In un
senso è vero, dell’io che si scrive nel romanzo del Ventesimo Secolo.
Teatro – Come
uno “stato d’emergenza” lo vuole Sartre – Simone de Beauvor, “Colloqui con Jean-Paul
Sartre”: “È una specie di stato d’emergenza, di tutti i giorni”, per l’autore,
per gli interpreti, per gli spettatori”. Sartre lo dice, nei suoi tardi lunghi
colloqui con Simone de Beauvoir nel corso della loro consueta vacanza estiva a
Roma, nell’agosto-settembre del 1974, a
proposito della vena teatrale, da lui preferita come scrittore, ma presto inaridita:
“C’è un’età in cui ci si distacca dal teatro. Le opere migliori non sono
scritte da vecchi. C’è qualcosa di eccezionale in un’opera di teatro. Dei personaggi
arrivano, e dicono: «Buongiorno, come stai», e si sa che, in due o tre scene,
saranno coinvolti in un affare d’eccezione da cui usciranno probabilmente molto
male. Questa è una cosa che, nella vita, è rara. Non si vive nell’emergenza; si
può essere sotto una minaccia anche grave, ma non si è nell’emergenza. Mentre non
si può scrivere un’opera teatrale senza che ci si sia un’emergenza”. Lo stesso
per gli spettatori: “Vivranno nell’immaginario un momento d’emergenza”.
Trionfo
della morte –
I suoi artisti anticiparono il fatto, spiega Klaus Bergdoltd, il medico
umanista che ha studiato “La grande pandemia”: “Il tema artistico del «Trionfo
della morte» compare già prima del 1348”, della grande peste del 1348-1351, “a
Pisa, Firenze e Bolzano; come se la grande catastrofe fosse stata in qualche
modo prevista”. La peste decimò l’Europa: “Tra il 1347 e il 1351 più di un
terzo degli europei fu vittima della peste”.
Vesuvio –
L’eruzione del 79 a.C. che seppellì Stabia, Ercolano, Pompei fu inattesa. Non
si sapeva che la montagna fosse un vulcano.
Viaggio – È un’acquisizione
“a perdere”, marginale? Così lo vuole Calvino annotando il suo Marco Polo alla
scoperta delle “Città invisibili”: “L’altrove è un specchio in negativo. Il
viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e
non avrà”.
letterautore@antiit.eu
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