venerdì 18 dicembre 2020

Letture - 442

letterautore


Guido Cavalcanti – Nel 1284 o 1285, consigliere al Comune di Firenze, in compagnia di Brunetto Latini e dello storico Dino Compagni, fece il pellegrinaggio di Santiago de Compostela: Compagnai lo ha annotato nella sua “Cronica”. La notizia più sicura della vita di Cavalcanti è trascurata da suoi maggiori studiosi – ultimi, nel primo Novecento, Ezra Pound, Contini e Praz – che lo vogliono invece, trasgressivo e anche bestemmiatore, ateo. Ateo nella Firenze di Dante?
Allo stesso modo, forse di una filologia che si vuole astratta dalla storia, si trascura l’esilio inflitto a Cavalcanti nel 1300 (dal quale ritornò a Firenze dopo meno di due mesi morente, di soli 42 anni)  nel tentativo di pacificazione tra le famiglie Cerchi e Donati, ossia tra i Bianchi e i Neri. Quindi a opera anche di Compagni e Dante, entrambi impegnati nella pacificazione – Dante per di più in quanto uno dei “priori” della città..
 
Corazzata Potëmkin –Il film di Ejzenštejn, 1925, fu proibito in Francia, oltre che in Italia, fino a dopo la  guerra.
 
Dante – Giuliano Vigini conta su “La Lettura” per il settecentenario di Dante la disponibilità “in commercio” di 136 edizioni della “Commedia”, “tra i 7 e i 10 euro”. Più le “già annunziare edizioni d’arte e di pregio, dai 200 euro in su, per studiosi, amatori e collezionisti”. Sono anche disponibili “80 saggi, biografie, indagini, agende letterarie” – “senza contare quello che uscirà in edicola, come allegati a giornali e riviste”.
 
Heidegger – Sartre o ha letto tardi, durante la guerra, nel campo di prigionia, come regalo dei carcerieri. Così egli stesso lo racconta a Simone de Beauvoir nelle lunghe - occupazione delle vacanze di agosto a Roma -  “Conversazioni con Jean-Paul Sartre”: “”Non so perché nel campo di prigionia i Tedeschi mi hanno regalato Heidegger; resta un mistero per me”. “Come ha fatto?” chiede Simone de Beauvoir. “Durante la prigionia ho risposto a un ufficiale tedesco, che mi chiedeva cosa mi mancava: Heidegger”. “Forse perché Heidegger era ben visto dal regime…”, opina SdB. “Forse. In ogni caso me l’hanno dato. Un grosso volume, che costa caro. È strano, perché non eravamo trattati con i guanti”. “Sì, certo”, dice SdB, “la cosa resta un po’ misteriosa. Comunque, avete letto allora Heidegger”. “Ho letto Heidegger mentre ero in campo di prigionia. L’ho capito d’altronde attraverso Husserl molto più che in sé stesso. L’avevo letto anche un po’ nel ‘36”, quando Sartre passò un anno a Berlino, per studiarvi la filosofia, mentre scriveva “La nausea”.
 
Ivan il Terribile - Ce ne sono due: il primo fu negativo, il secondo positivo, il tiranno è illuminato. Tutt’e due dello stesso regista, Ejzenštejn. La verità può essere doppia.
 
Montalbano  È uno sceriffo, da film western: Alberto Sironi “fu lui a volere Zingaretti”, spiega a Valerio Cappelli Carlo Sironi, figlio di Alberto, il creatore di Montalbano al cinema: “Riusciva a creare un’atmosfera da film western, Montalbano è lo sceriffo”.
 
Polentoni – Erano i Cartaginesi per i Romani. Che così li chiamavano (p.es. nel “Poenulus”, la commedia di Plauto sul ragazzo cartaginese rapito): “Pultiphagonides”, mangiatori di polenta.
Lo stesso termine, pultiphagonides, o pultiphagus, che traduce “mangiapolenta”, il Mariotti registra come “scherzoso per romano”, sull’autorità di Pl., cioè di Plauto – non ha letto bene la commedia?
 
Salò-Sade – Il film di Pasolini è parlato come Baudelaire, tra una violenza e l’altra. Un omaggio? Un oltraggio? Baudelaire scoperto a cinquant’anni invece che a quindici?
 
Sogno – Nerval ha “i sogni venuti dalla porta d’avorio”. Che sono i sogni “vani” dell’“Odissea”, al canto XIC, 562-567: i sogni passano da due porte, le porte d’avorio quando sono ingannatori, le porte di corno quando “la verità li incorona”, ma entrambe “inconsistenti”, come sono i sogni . Nella versione di Rosa Calzecchi Onesti: “Due son le porte dei sogni inconsistenti,\ una ha battenti di corso, l’altra d’avorio:\ quelli che vengono fuori dal candido avorio\  avvolgon d’inganni la mente, parole vane portando;\ quelli invece che escon fuori dal lucido corno,\ verità li incorona, se un mortale li vede”.
 
È un rebus secondo Calvino, “Le città invisibili”: “Il sogno più inatteso è un rebus che nasconde un desiderio, oppure il suo rovescio, una paura”.
 
Storia – “L’io non soggiorna più nella storia, è la storia, oggi, a soggiornare nell’io”, Ingeborg Bachmann? In un senso è vero, dell’io che si scrive nel romanzo del Ventesimo Secolo.
 
Teatro – Come uno “stato d’emergenza” lo vuole Sartre – Simone de Beauvor, “Colloqui con Jean-Paul Sartre”: “È una specie di stato d’emergenza, di tutti i giorni”, per l’autore, per gli interpreti, per gli spettatori”. Sartre lo dice, nei suoi tardi lunghi colloqui con Simone de Beauvoir nel corso della loro consueta vacanza estiva a Roma, nell’agosto-settembre del 1974,  a proposito della vena teatrale, da lui preferita come scrittore, ma presto inaridita: “C’è un’età in cui ci si distacca dal teatro. Le opere migliori non sono scritte da vecchi. C’è qualcosa di eccezionale in un’opera di teatro. Dei personaggi arrivano, e dicono: «Buongiorno, come stai», e si sa che, in due o tre scene, saranno coinvolti in un affare d’eccezione da cui usciranno probabilmente molto male. Questa è una cosa che, nella vita, è rara. Non si vive nell’emergenza; si può essere sotto una minaccia anche grave, ma non si è nell’emergenza. Mentre non si può scrivere un’opera teatrale senza che ci si sia un’emergenza”. Lo stesso per gli spettatori: “Vivranno nell’immaginario un momento d’emergenza”.
 
Trionfo della morte – I suoi artisti anticiparono il fatto, spiega Klaus Bergdoltd, il medico umanista che ha studiato “La grande pandemia”: “Il tema artistico del «Trionfo della morte» compare già prima del 1348”, della grande peste del 1348-1351, “a Pisa, Firenze e Bolzano; come se la grande catastrofe fosse stata in qualche modo prevista”. La peste decimò l’Europa: “Tra il 1347 e il 1351 più di un terzo degli europei fu vittima della peste”.  
 
Vesuvio – L’eruzione del 79 a.C. che seppellì Stabia, Ercolano, Pompei fu inattesa. Non si sapeva che la montagna fosse un vulcano.
 
Viaggio – È un’acquisizione “a perdere”, marginale? Così lo vuole Calvino annotando il suo Marco Polo alla scoperta delle “Città invisibili”: “L’altrove è un specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà”.


letterautore@antiit.eu


Nessun commento:

Posta un commento