L’euroatlantismo – meglio gli Usa che la Cina
Da sinistra (Spd)
e da destra (la destra Cdu), la Germania discute di rilanciare l’atlantismo, in
chiave europea: più Europa non per affrancarsi dagli Stati Uniti ma per convincere
gli Stati Uniti a procedere ancora affiancati. Va Bruxelles in direzione
opposta, che per prima cosa mette ora la museruola ai big del web – che sono
anche i grandi finanziatori del neo presidente Biden?
La natura e l’estensione
dei controlli annunciati su Google, Facebook, Apple, restano da valutare, nell’applicazione.
Il programma politico è per un euroatlantismo, un atlantismo a iniziativa
europea. Svanita è comunque è l’illusione di fare da soli, col lungo ponte in
Cina. Già il programma di Ursula von der Leyen un anno fa, appena eletta a
Bruxelles, indicava la rotta: la sfida alla Cina – non agli Usa – sul digitale
e l’ambiente, 5 G e batterie elettriche incluse.
Il presidente
Steinmeier sulla “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, e l’ex cancelliere Schröder su
“Handelsblatt”, entrambi socialisti che scrivono su giornali conservatori, e i
Cdu di destra, Schaüble e Annegret Kram-Karrenbaueer, l’ex ministro delle Finanze
e la ministra della Difesa, candidata alla successione di Angela Merkel, su “Die
Welt” e su “Politico”, chiedono il rafforzamento dell’Europa, anche in chiave
militare, per offrirsi ancora quale partner privilegiato agli Stati Uniti.
Steinmeier: “Anche
con Biden, l’Europa non sarà più centrale come prima per l’America (in
Gerrmania è opinione comune che il distacco sia avvenuto con Obama, prima di Trump,
e in parte già con Clinton, n.d.r.)…Dobbiamo perciò chiarire perché l’Europa è
importante per l’America”. Schröder dice “un ricordo del passato” l’atlantismo “per
come lo conosciamo da decenni”: l’Europa deve “recuperare credibilità e
rafforzarsi” per invogliare gli Stati Uniti ad affrontare insieme il “futuro
multilaterale”, la globalizzazione.
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