domenica 13 dicembre 2020

Ombre - 541

“Matteo mi ha stupita. Vuole le elezioni assieme a noi o tornare col M 5 S?” Dice bene Giorgia Meloni a Paola Di Caro sul “Corriere della sera”: Salvini ha fatto perdere alla destra tutte le possibili elezioni, in Emilia-Romagna, in Toscana, a Reggio Calabria, e briga per fargliele perdere anche a Roma, nella partita altrimenti facile contro la 5 Stelle Raggi. Si capisce anche che si tenga fuori dal Ppe, i Dc europei. Un altro aspetto deteriore di questa politica, inconcludente, incapace.
 
La Procura di Milano muove accuse pesanti a Bolloré per Mediaset. Il “Corriere della sera” riduce la cosa a una breve, col titolo: “Vivendi: rispettata la legge, noi sempre trasparenti”. Il “Corriere deal sera” è di Cairo, o è sempre di Mediobanca (si dice Bolloré, ma è Mediobanca)?
 
È fuori di dubbio, per chiunque abbia una minima confidenza con le cose di Borsa, che questo Bolloré ha tentato - come è peraltro suo solito – di acquisire il controllo di Mediaset per vie traverse. Probabilmente anche lecite, legalmente. Ma che imprenditore è, che vuole Mediaset per svuotarla, come ha già fatto con Tim? Col patrocinio di Mediobanca.
 
Siamo il paese con più morti da coronavirus in Europa, 65 mila. Siamo il Paese col più alto numero di contagiati, oltre due milioni – che col tasso di positività al 10 e più potrà arrivare a sei milioni. Ma l’unico problema che ci viene proposto è come potremo fare le Feste con gli amici. I politici si può capirli, sono lì per distrarci, ma i media?
 
Due milioni di contagi e 65 mila decessi si direbbero cifre da catastrofe. Ma si discute di Conte, Renzi e Berlusconi, se ha cambiato opinione oppure no. La mediocrità fa paura: è in effetti pericolosa, come la stupidità.
Ma non è mediocrità: ciò di cui si discute, ma non si dice, naturalmente, è chi e per conto di chi gestirà i fondi europei per la ripresa - tra una posta e l’altra 250 miliari.
 
“IO” non riesce  caricare le carte di credito. Che sono le cose per cui è nato, e ce lo impongono: niente cashback  senza le carte. Ma non se ne parla: gli “utenti”, gli italiani, sono lasciati lì  a smanettare ogni giorno inutilmente.
 
Scambio di competenze tra Livorno, ex 5 Stelle, e la Roma della 5 Stelle Raggi: l’ex sindaco di Livorno Nogarin, due suoi assessori, e due suoi spicciafaccende, gli avvocati Lanzalone e Serini, entrambi sotto processo per lo stadio dell’As Roma. Si dice che i 5 Stelle non abbiano abbastanza personale qualificato, come se i partiti dovessero avere “personale qualificato”, come una  qualsiasi azienda. Ma tra Roma e Livorno i 5 Stelle sicuramente sanno fare i navigator: invece che abbandonarli al reddito di cittadinanza hanno trovato ai loro ex capi nuove professioni, e da 100 mila euro in su.
 
Serata all’insegna della sorority nel salotto di Lilli Gruber su “La 7”, con Boschi: belle, buone, brave eccetera. Poi Gruber rimprovera Boschi di essersi fatta la foto col fidanzato senza mascherina. Boschi si difende: era un secondo, ci facevamo un selfie. Niente, Gruber insiste; irresponsabilità. È un duello tra una Pd e una Italia Viva, che non sanno perché sono differenti, ma devono dirselo.
 
Il presidente Mattarella non ha nessun potere di dire che, dopo il governo giallorosso, ci sono solo le elezioni – cosa che in effetti lui non dice, ma fa accreditare dai giornali come detta. Nella costituzione i governi si fanno in Parlamento. Ma l’uomo conosce i suoi polli: il suo “monito” viene recepito e i 5 Stelle si allineano. Dove altro trovano il superstipendio da parlamentari – senza contare che, se si votasse oggi, una buona metà, se non tre quarti, non sarebbero rieletti?
 
Aldo Grasso si chiede sul “Corriere della sera” perché Conte decreta di notte, dopo consigli dei ministri esausti e sonnolenti. E avanza sei ipotesi. Mancando la più convincente: Conte, come il conterraneo Moro, funziona di notte (è una questione di pressione bassa), quando l’Italia dorme.
 
“Se Schwazer non si è dopato, chi l’ha «dopato»?”, giusta la domanda di Bolzoni su “la Repubblica”. Il giudice di Bolzano riconosce che il prelievo e l’analisi che hanno portato alla squalifica di Schwazer per quattro anni sono irregolari. Ma lo assolve dopo i quattro anni della squalifica. Senza accusare nessuno delle “irregolarità” – che in quel mondo, di infiniti interessi, non sono accidentali.
 
Schwazer e il suo medico Donati, noto crociato antidoping, accusarono all’epoca la federazione cinese di avere indotto la Iaaf, la federazione dell’atletica, alla squalifica, per lasciare campo libero ai suoi podisti – che poi hanno vinto. Il giudice di Bolzano evita di pronunciarsi, ma la World Athletics, ex Iaaf, e il suo presidente, l’ineffabile Coe, hanno fatto e fanno finta di nulla - si godono i benefici  sotto le palme di Monaco.

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