Un Sud da ridere, ma con fatica
“Una banda di poliziotti” è una
banda a delinquere, non di suonatori. Per evitare la chiusura del commissariato di
Apulia, dove non è mai successo nulla da tempo immemorabile, la banda commette una serie
di delitti. Una gemma, nella programmazione scadente di questo cattivo 2020. Ma
sarebbe da ridere, e invece si fatica.
Il suo “Sud” fortunato Miniero
spinge in questa miniserie al demenziale. Genere non italiano, e quindi
forzato? O non è per questo che non si ride: il Sud non è demenziale – questo Sud
perlomeno (ma forse il Sud non si presta)? Fatto sta che il demenziale scade nella macchietta,
da guitti. Senza emozioni. Non c’è un personaggio, se non la dirigente ministeriale in missione
da Roma per chiudere il commissariato – o è Stefania Rocca che riesce a dare
corpo a questa figura, tanto più sbalzata in quanto è la sola riuscita - e nemmeno una storia.
Più che di svitati la banda è di sciocchi. Anche per il sincopato
apulo-lucano che - dopo “Imma Tataranni”? – Miniero fa parlare alla banda. E così si fatica.
Luca Miniero, Cops – Una banda di poliziotti, Sky
Cinema
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