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Dio - La “scoperta
del Dio unico” Scalfari attribuisce al papa Francesco, in dialogo con lo stesso
papa (“Il Dio unico e la società moderna”). Si vede che è digiuno della
materia: Dio è da molto tempo unico, per questo ci sono state, e ci sono,
guerre di religione.
Etica – Ha un senso,
uno spessore, in Darwin più che nella creazione. Nasce – è prodotta – dall’istinto
di sopravvivenza, della specie. E se ne nutre.
In
un mondo irenico non si concepisce – non ce n’è bisogno. In uno armato è
necessaria: ci vuole un limite ala distruzione.
Fede – È materia di
dubbio. In parallelo con – e sinonimo di – verità. S’immagina una certezza, ma
nasce e si alimenta dal dubbio – dall’incertezza.
È
un arrovellarsi continuo, inesauribile. Anche la fede in Dio, la fede
religiosa, stando all’enciclica “Lumen Fidei” dei due papi, Ratzinger e Bergoglio:
“La fede non è intransigente… Il credente non è arrogante; al contrario,, la
verità lo fa umile,sapendo che, più che possederla noi, è essa che ci abbraccia
e ci possiede”.
Quella letteraria, da Dostoevskij a Bernanos, ma
compresi Tolstòj e lo
stesso Mauriac, si
connota per il dubbio, la macerazione.
È
il proprio dell’uomo? Il cardinale Martini dice allo scettico Scalfari (“Il Dio
unico la società moderna”, 15) che
“bisogna amare profondamente la vita per essere poi illuminati dalla grazia e
dalla fede”.
Male - Sopravanza sempre il sacro –
inspiegabile (irrazionale). Fa pena il papa, si è in piena per lui, che solo,
zoppicando, va alla chiesa di san Marcello a chiedere il blocco della peste, in
immagini livide su via del Corso, mentre Roma è in fiore. O dice messa allo
stesso fine ogni giorno nei suoi appartamenti, con le raccomandazioni d’obbligo
e gli incoraggiamenti finali, come se fosse rivolto ai fedeli presenti mentre è
solo.
Quando si
confronta al male, il sacro non è più sacrale.
Mestieri – Càpita di trovare un idraulico poco competente.
Anche un falegname. O un pittore – non un elettricista però. Non capita di incontrare
un informatico competente – se non per caso, non con continuità, una volta ci
azzecca una volta no. Né delle macchine né delle procedure: tutti sanno, ma non
risolvono. E quando risolvono è per trials
and errors, per tentativi, non per scienza. Non può essere l’informatica
tecnica inesatta, al contrario, si vuole precisa, troppo, benché circonvoluta. È
il mestiere che manca – nell’informatica come campo tecnico nuovo e
caratterizzante. Una tecnica complessa invita all’approssimazione.
Postmoderno - È, è stato,
l’antilluminismo, il recupero delle differenze. Nell’indifferenza.
Contro
il mito giacobino della ragione, o concezione totalitaria della ragione – una ragione
a bassa intensità, la semplificazione (impoverimento) del logos. Ma un recupero anch’esso a basa intensità – non un superamento
ma un ritorno. Una modernità, in quanto rifiuto dell’illuminismo, come ritorno
al barocco: all’ornato, all’indifferente.
Preghiera
–
Non un colloquio con Dio, ma col proprio Dio – con se stessi. Una forma di peptalk privato, di sacrestia invece che
negli spogliatoi, muto invece che urlato. Specie nell’ecolalia, ma anche nel
rosario, benché questa in forma collegiale.
Ratio
–
Quella economica, che pure sembrerebbe matematica (quantificabile e prevedibile),
è tutto meno che razionale. È mossa dalla passione (abitudine, curiosità,
capriccio), dall’innovazione, buona o cattiva indifferentemente, dall’ostentazione
(lusso) o spesa suntuaria.
S’incrociano molte vetture ibride, a combustione
interna e insieme elettriche, che costano normalmente il doppio del modello
equivalente solo termico, e vanno a benzina-gasolio, in mancanza di wallbox per la ricarica in garage, per
chi un garage ce l’ha, o di colonnine di ricarica sul territorio – alle (poche)
colonnine solo i modelli Smart si vedono in ricarica (si ricaricano in 15-30
minuti invece che in ore). I modelli con qualche connotazione di elettrico (il mild hybrid ha solo un motorino
elettrico, che sostiene il propulsore termico all’accensione, alle basse
velocità, e in accelerazione, e ne è ricaricato) godono di vantaggi: l’accesso
alle Ztl, l’esenzione dal bollo, il parcheggio gratuito nelle strisce blu. Vantaggi
che tutti assieme assommano a mille euro o poco più, niente a fronte del costo.
Senza nessun contributo all’ambiente. Un’economia di sola ostentazione, o di un
bisogno (costoso) creato dalla pubblicità.
Specie
–
Ha un senso, uno spessore, in Darwin – l’asse del darwinismo è la specie. E il
postumano? È la fisica della creazione, dell’autoproduzione – della fisica
darwiniana, della creazione come evoluzione, sia pure con un Big Bang.
L’evoluzione va per distinzioni
(differenziazioni) , non per standardizzazioni-unificazioni.
Tradizione
–
Si torna a vivere come la peste. Circola in rete un libro a stampa, in inglese, che “predice” le infezioni
virali degli anni 2010 (“simile a quella della «mucca pazza», ma causata da
microbi) e una nel 2020. Compilato al modo di “Nostradamus”, la pagina almeno
ch si fa vedere. Ma in termini quasi esatti al riscontro dei fatti. La
predizione per il 2020 sembra cronaca: “Attorno al 2020 un severo morbo di tipo
polmonite si diffonderà attraverso il globo, attaccando i polmoni e i vasi
bronchiali e resistendo a tutti i trattamenti noti. Quasi più sconcertante del
morbo stesso sarà il fatto che svanirà improvvisamente e rapidamente così come
è arrivato, attaccherà di nuovo dieci anni dopo, per poi sparire
completamente”. Il morbo vagante si chiama Wuhan-400.
Non
è un libro inventato – e comunque non è questo il problema, accertarne o meno
la veridicità. Il libro esiste, è un horror di fantascienza, si intitola “The
Eyes of Darkness”, è stato scritto in questi termini nel 1981, da un “Leigh
Nichols” che si chiama Dean Koontz, e col suo nome lo ha ripubblicato nel 1989,
cambiando la sigla del microbo pestifero da Gorki-400 in Wuhan-400.Tra fantascienza
e horror – un bambino viene rapito, da unità americane segrete, come cavia per
un morbo genetico di scienziati cinesi….
Il
fatto è che la globalizzazione mette assieme mondi totalmente diversi. Il cui
rimescolamento può essere utile, il meticciato che celebrava Senghor. Ma con un
danno: la misgenation. Nei casi
dell’aviaria, la suina, e il covid 19 diventa mondiale un problema cinese.
Delle campagne, e delle città di recente urbanizzazione, che persistono in
consumi alimentari contrari a ogni standard d’igiene. Persistenze che perfino
il duro governo cinese non riesce a sradicare. E di cui diventa vittima il
mondo.
La
tradizione può avere effetti deleteri. La globalizzazione pure. I movimenti
spontanei andrebbero governati. L’illuminismo dell’epoca (positivismo,
razionalismo) fa invece a meno di questo principio basilare: per il business, di cui si fa servo.
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